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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12680 del 9 luglio 2004
«Nei giudizi in cui è consentito alla parte la difesa personale (e cioè nel procedimento dinanzi al giudice di pace, ex art. 82 c.p.c., ove il valore della lite sia inferiore al milione di lire, ovvero, senza limite né per giudice adito né per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 112 del 8 gennaio 1999
«Nel procedimento dinanzi al giudice di pace, la violazione dell'art. 82 c.p.c. che si realizza allorché la parte stia in giudizio personalmente senza che ne ricorrano i presupposti, genera una nullità relativa, non rilevabile d'ufficio e non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6410 del 30 giugno 1998
«A norma dell'art. 645, comma primo c.p.c. l'opposizione a decreto ingiuntivo si propone con atto di citazione notificato al ricorrente nei luoghi di cui all'art. 638 c.p.c., cioè o presso il procuratore del ricorrente o, quando è ammessa la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9842 del 24 aprile 2010
«In tema di sanzioni amministrative, ai fini della regolarità della costituzione in giudizio della P.A. nel giudizio di opposizione all'ordinanza-ingiunzione, è sufficiente la sottoscrizione della comparsa di risposta da parte del funzionario...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6166 del 16 marzo 2007
«In tema di rappresentanza e difesa in giudizio delle Regioni da parte dell'Avvocatura dello Stato, la legge reg. non può prevedere, nemmeno nelle Regioni a statuto speciale, la necessità del mandato specifico all'Avvocatura stessa, avendo lo Stato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19786 del 14 settembre 2006
«Anche nell'ipotesi di rappresentanza e difesa facoltativa degli enti pubblici da parte dell'Avvocatura dello Stato, non è necessario che, in ordine ai singoli giudizi, l'ente rilasci uno specifico mandato all'Avvocatura medesima, né che questa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8500 del 5 maggio 2004
«In tema di contratti della P.A., che devono essere stipulati ad substantiam per iscritto, il requisito della forma del contratto di patrocinio è soddisfatto con il rilascio al difensore della procura ex art. 83 c.p.c., atteso che il relativo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12831 del 3 settembre 2003
«L'Avvocatura dello Stato, cui spetta, senza bisogno di mandato, la rappresentanza processuale delle amministrazioni dello Stato, anche se ad ordinamento autonomo, ha la capacità di compiere tutti gli atti processuali consentiti al difensore munito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3761 del 15 marzo 2001
«Per la costituzione in giudizio del Prefetto la delega al funzionario incaricato, pur in assenza di forme particolari, deve essere conferita per iscritto, sia per ragioni processuali in conformità con l'art. 83 c.p.c., sia per regolarità...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9414 del 18 aprile 2013
«Laddove la cancellazione di una società dal registro delle imprese italiano sia avvenuta come conseguenza dell'asserito trasferimento all'estero (nella specie in Gran Bretagna) della sua sede sociale, il successivo accertamento della fittizietà...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17583 del 27 luglio 2010
«Ai fini della competenza del tribunale a dichiarare il fallimento, a norma del nuovo art. 9, comma 2, della legge fall., non rileva il trasferimento della sede dell'imprenditore intervenuto nell'anno antecedente all'esercizio dell'iniziativa per...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 3081 del 8 febbraio 2011
«Ai fini della competenza del tribunale a dichiarare il fallimento, a norma dell'art. 9, comma 2, legge fall. - nel testo, "ratione temporis" vigente, di cui al D.L.vo 9 gennaio 2006, n. 5, resta imprescindibile la verifica dell'effettività del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9753 del 18 luglio 2001
«La competenza per la dichiarazione di fallimento spetta al Tribunale del luogo in cui l'imprenditore ha la sede effettiva dell'impresa, senza che possano rilevare trasferimenti di detta sede nell'imminenza o successivamente alla dichiarazione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10051 del 29 aprile 2006
«Ai fini della determinazione del tribunale territorialmente competente alla dichiarazione del fallimento, è ininfluente il trasferimento della sede legale dell'impresa successivo al verificarsi dello stato di insolvenza. (La S.C. ha affermato tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3652 del 8 aprile 1998
«In tema di fallimento, ai fini della corretta individuazione del tribunale territorialmente competente a conoscere della domanda di fallimento di una società, ai sensi dell'art. 9 della legge fallimentare, la presunzione di coincidenza della sede...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1224 del 4 febbraio 2000
«La competenza territoriale per la dichiarazione di fallimento si determina con riferimento alla sede effettiva dell'impresa sociale, costituita dal centro di direzione e organizzazione dell'impresa stessa, da identificarsi in via presuntiva con la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4948 del 21 maggio 1999
«Ai fini della competenza per la dichiarazione di fallimento ex art. 9 della legge fallimentare non hanno rilievo i trasferimenti della sede sociale adottati in epoca sospetta, specie quando non risulti che l'attività imprenditoriale sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9199 del 1 settembre 1999
«Ai fini dell'individuazione del tribunale competente per territorio sull'istanza di fallimento, la presunzione di coincidenza della sede legale con la sede effettiva dell'impresa è superata quando sia provato che il trasferimento della sede legale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9417 del 31 agosto 1994
«In tema di oltraggio, la «presenza» del pubblico ufficiale, presupposto indefettibile del reato di cui all'art. 341 c.p., è concetto ben diverso dal «cospetto», richiesto dal reato di cui all'art. 342 c.p. La «presenza» richiesta dalla prima norma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 32835 del 29 luglio 2013
«L'organizzazione di tornei di poker nella variante del "Texas Hold'Em", con posta in gioco costituita esclusivamente dalla sola quota d'iscrizione, l'assegnazione di un numero uguale di gettoni, di valore solo nominale, per ciascun giocatore,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15046 del 13 aprile 2007
«La installazione in un pubblico esercizio di un apparecchio automatico elettronico per il gioco del poker configura il reato di esercizio di gioco d'azzardo in presenza delle condizioni legislativamente previste dall'art. 110 del TULPS, atteso che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 227 del 12 gennaio 1987
«In tema di esercizio di giochi d'azzardo, «tiene un giuoco» colui che organizza, dirige, amministra o comunque pone tutto ciò che è necessario a disposizione di possibili giocatori. (Nella specie è stata ritenuta sufficiente la installazione di un...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1886 del 8 marzo 1986
«L'aleatorietà dei giuochi vietati dall'art. 718 c.p. deve essere valutata oggettivamente sulla base della natura del singolo giuoco e delle sue regole, considerate non solo nella loro astrattezza, ma anche nella concreta applicazione. Pertanto, un...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1583 del 16 febbraio 1985
«Ai fini dell'esistenza delle contravvenzioni ex artt. 718 e 719 c.p., ossia dell'agevolazione del giuoco d'azzardo in pubblico locale, è sufficiente per il tenutario dell'esercizio una mera condotta di natura omissiva, e ciò si verifica quando...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42374 del 16 novembre 2007
«Il fine di lucro richiesto in materia di gioco d'azzardo ricorre ogni qual volta il giocatore partecipi al gioco anche per conseguire vantaggi economicamente rilevanti, e va identificato in relazione al giocatore e non all'organizzatore o gestore...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26386 del 11 giugno 2004
«In tema di esercizio di giochi d'azzardo, il titolare dell'esercizio pubblico, nel quale siano installati videogiochi che abbiano fini di lucro e che contemplino un esito aleatorio per il giocatore, non può addurre a fondamento di una pretesa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1722 del 17 febbraio 1987
«Ai fini del reato di partecipazione a gioco d'azzardo, non è necessario, per la sussistenza della flagranza, che il giocatore sia sorpreso con le carte in mano, ma è sufficiente che egli sia colto nel locale in presenza di strumenti e tracce...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9001 del 9 settembre 1986
«In tema di esercizio di gioco d'azzardo praticato mediante apparecchio o congegno vietato, la prova dell'uso non deve essere necessariamente desunta dalla sorpresa di una o più persone in flagranza di partecipazione al gioco stesso, potendo essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4896 del 10 maggio 1975
«Ai fini della sussistenza della contravvenzione di esercizio del giuoco d'azzardo, non è necessaria la sorpresa in flagranza dei giocatori o l'effettiva partecipazione di terzi al gioco, ma è sufficiente che l'imputato abbia predisposto tutto ciò...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11877 del 26 marzo 2010
«Configura il reato di esercizio di giuoco d'azzardo l'installazione in un pubblico esercizio di un apparecchio automatico elettronico che, collegandosi in rete a sito internet dedicato, consenta di scegliere tra le diverse applicazioni possibili...»