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Articolo 496 Codice di procedura penale

(D.P.R. 22 settembre 1988, n. 477)

[Aggiornato al 11/01/2024]

Ordine e modalità dell’assunzione delle prove

Dispositivo dell'art. 496 Codice di procedura penale

1. L'istruzione dibattimentale inizia con l'assunzione delle prove richieste dal pubblico ministero e prosegue con l'assunzione di quelle richieste da altre parti, nell'ordine previsto dall'articolo 493 comma 2.

2. Le parti possono concordare un diverso ordine di assunzione delle prove.

2-bis. Salvo che una particolare disposizione di legge preveda diversamente, il giudice può disporre, con il consenso delle parti, che l’esame dei testimoni, dei periti, dei consulenti tecnici, delle persone indicate nell’articolo 210 e delle parti private si svolga a distanza(1).

Note

***DIFFERENZE RISPETTO ALLA FORMULAZIONE PREVIGENTE***
(in verde le modifiche e in "[omissis]" le parti della norma non toccate dalla riforma)


(Ordine e modalità dell’assunzione delle prove)
[omissis]
2-bis. Salvo che una particolare disposizione di legge preveda diversamente, il giudice può disporre, con il consenso delle parti, che l’esame dei testimoni, dei periti, dei consulenti tecnici, delle persone indicate nell’articolo 210 e delle parti private si svolga a distanza.

__________________

(1) Rubrica modificata e comma aggiunto dall'art. 30, co. 1, lett. g) del d.lgs n. 150 del 2022 (c.d. riforma "Cartabia").

Ratio Legis

La norma, nell’indicare l’ordine di assunzione delle prove, ritrova la propria ratio nel principio dell’onere della prova: la regola generale vuole che l’assunzione delle prove del pubblico ministero avvenga prima dell’assunzione delle prove della difesa. Ciò in quanto le determinazioni relative all’esercizio dell'azione penale spettano al pubblico ministero ed è quest'ultimo che deve dimostrare, se convintosene, la colpevolezza dell'imputato. Tuttavia, in forza del principio di disponibilità della prova, la regola generale può essere derogata con il consenso di tutte le parti.

Spiegazione dell'art. 496 Codice di procedura penale

L’art. 496 c.p.p. regolamenta l’ordine e le modalità dell’assunzione delle prove.

Il comma 1 stabilisce che l’istruzione dibattimentale inizia con l’assunzione delle prove richieste dal pubblico ministero e prosegue con l’assunzione di quelle richieste da altre parti nell’ordine previsto dall’art. 493 del c.p.p.: nell’ordine, i difensori della parte civile, del responsabile civile, della persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria e, infine, il difensore dell’imputato.

L'istruzione dibattimentale è la sede in cui ha luogo la formazione della prova vera e propria, nel contraddittorio delle parti. L’ordine previsto dal comma 1 risponde al principio dell’onere della prova: l’assunzione delle prove richieste dal pubblico ministero precede l’assunzione delle prove richieste dalla difesa poiché è la pubblica accusa che deve dimostrare la colpevolezza dell’imputato.

Tuttavia, in coerenza con il principio di disponibilità della prova, il comma 2 prevede che l’ordine di assunzione delle prove può essere modificato, ma è necessario il previo accordo delle parti. Però, la possibilità ex comma 2 incontra un limite di applicabilità: infatti, il comma 1 dell’art. 503 del c.p.p., per l’esame delle parti, fissa un ordine di escussione che non sembra modificabile su accordo delle stesse.

Infine, ai sensi del nuovo comma 2-bis (introdotto dalla riforma Cartabia, d.lgs. n. 150 del 2022), salvo diversa particolare disposizione di legge, con il consenso delle parti, il giudice può disporre lo svolgimento a distanza dell’esame dei testimoni, dei periti, dei consulenti tecnici, degli imputati in procedimento connesso ex art. 210 del c.p.p. e delle parti private.
La volontà del legislatore è quella di accelerare le audizioni del dibattimento e restringere i tempi tra l’istruttoria dibattimentale e la decisione.

Massime relative all'art. 496 Codice di procedura penale

Cass. pen. n. 6914/2011

In tema di istruzione dibattimentale, il mancato rispetto dell'ordine di assunzione delle prove non è causa di nullità alcuna, risolvendosi in una mera irregolarità. (Dichiara inammissibile, Giud.pace Mestre, 11 febbraio 2010).

Cass. pen. n. 1081/2009

Non causa nullità alcuna il mancato svolgimento dell'esame dell'imputato che ne abbia fatto preventiva richiesta e che non si sia opposto alla chiusura dell'istruzione dibattimentale senza che si procedesse all'incombente. (Dichiara inammissibile, App. Milano, 06 marzo 2007).

Cass. pen. n. 9072/2009

Stante il principio di tassatività delle nullità, la violazione dell'ordine di assunzione delle prove, disciplinato dall'art. 496 cod. proc. pen., non è presidiata da alcuna sanzione di carattere processuale. (Fattispecie relativa al ricorso presentato dalla parte civile avverso la decisione del giudice del merito di anticipare, nonostante la sua opposizione, l'audizione dei testimoni della difesa prima dell'esaurimento della lista testimoniale presentata dal pubblico ministero). (Rigetta, App. Catanzaro, 03/12/2008).

Cass. pen. n. 9135/2008

La mancata assunzione dei mezzi di prova già ammessi non produce alcuna nullità del procedimento laddove non sia stata manifestata alcuna riserva alla chiusura dell'istruzione dibattimentale da parte di chi tali mezzi aveva richiesti né opposizione delle altre parti processuali.

Cass. pen. n. 20585/2005

In tema di esame testimoniale, la parte che non ha indicato il teste a suo favore non può porre, in sede di controesame di quello introdotto da altra parte, domande su circostanze diverse da quelle specificate da chi ne ha richiesto l'esame al momento della presentazione della relativa lista; se così non fosse, verrebbero frustrati i termini temporali ed i limiti di ammissibilità prescritti dal codice di rito per l'ingresso in processo delle prove indicate dalle parti, nonchè le regole concernenti le modalità di assunzione delle stesse.

Cass. pen. n. 46753/2004

Il principio della decisione «allo stato degli atti» è previsto dalla legge solo per il giudizio abbreviato (ex art. 440 c.p.p.), mentre nel rito normale il dibattimento è l'asse portante del processo. (Nella specie, in ossequio a detto principio la corte di legittimità ha cassato con rinvio l'impugnata sentenza, nella quale il giudice, invece di procedere all'istruzione dibattimentale, assumendo — ex art. 496 c.p.p. — le prove richieste ed ammesse, pronunziava immediatamente sentenza di condanna, dando per scontata la penale responsabilità dell'imputato, senza neppure revocare l'ordinanza ammissiva delle prove, alle quali anche la difesa avrebbe potuto avere interesse).

Cass. pen. n. 30286/2002

In tema di esame delle parti private, poiché l'art. 503 c.p.p. non contempla il caso della richiesta concorrente dell'imputato e del P.M., l'ordine di escussione previsto dal comma secondo va integrato con quello di cui all'art. 496, comma primo, c.p.p., che assegna la precedenza alla pubblica accusa, in quanto l'esame richiesto dal pubblico ministero può essere qualificato come mezzo di prova a carico dell'imputato stesso.

Cass. pen. n. 9901/1998

In tema di ordine di assunzione delle prove, non essendo espressamente contemplata dalla legge la ipotesi della richiesta concorrente delle parti (nella specie, pubblico ministero e imputato) di esaminare un testimone sulle stesse circostanze, deve ritenersi in tal caso che, non potendosi in concreto distinguere sul piano logico un esame diretto e un controesame, il contraddittorio resta assicurato sempre che la accusa e la difesa siano messe in grado di procedere all'esame, secondo l'ordine che, ai sensi dell'art. 496, comma 1, c.p.p., assegna la precedenza alla pubblica accusa. (Fattispecie nella quale la difesa dell'imputato si era rifiutata di procedere all'esame del teste dopo quello effettuato dal pubblico ministero: la S.C. ha in proposito affermato che tale rifiuto ben poteva dal giudice di merito essere messo a fondamento della revoca dell'ordinanza ammissiva del teste, equivalendo il rifiuto della parte privata a rinuncia all'esame del teste).

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