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Articolo 260 Codice dell'ambiente

(D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152)

[Aggiornato al 02/03/2024]

Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti

[ABROGATO]

Dispositivo dell'art. 260 Codice dell'ambiente

Articolo abrogato dal D.Lgs. 1 marzo 2018, n. 21

[1. Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da uno a sei anni.

2. Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena della reclusione da tre a otto anni.

3. Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli articoli 28, 30, 32-bis e 32-ter del codice penale, con la limitazione di cui all'articolo 33 del medesimo codice.

4. Il giudice, con la sentenza di condanna o con quella emessa ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale, ordina il ripristino dello stato dell'ambiente e può subordinare la concessione della sospensione condizionale della pena all'eliminazione del danno o del pericolo per l'ambiente.

4-bis. È sempre ordinata la confisca delle cose che servirono a commettere il reato o che costituiscono il prodotto o il profitto del reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato. Quando essa non sia possibile, il giudice individua beni di valore equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o per interposta persona la disponibilità e ne ordina la confisca.]

Massime relative all'art. 260 Codice dell'ambiente

Cons. Stato n. 4125/2019

L'informativa antimafia può essere emessa dalla Prefettura laddove si rinvengano elementi indiziari, gravi, precisi e concordanti, che lascino ritenere il pericolo di infiltrazione mafiosa per la presenza, nella compagine sociale, o per il controllo e la direzione, esercitati anche di fatto, di soggetti condannati per eventuali delitti-spia tra i quali rientra anche quello previsto dall'art. 260 del D.Lgs. n. 152/2006.

Cons. Stato n. 2855/2019

Il disvalore sociale e la portata del danno ambientale connesso al traffico illecito di rifiuti, ex art. 260, D.Lgs. n. 152 del 2006, rappresentano, già da soli, ragioni sufficienti a far valutare con attenzione i contesti imprenditoriali, nei quali sono rilevati, in quanto oggettivamente esposti al rischio di infiltrazioni di malaffare che hanno caratteristiche e modalità di stampo mafioso. (Conferma T.a.r. Campania Napoli, sez. I, estremi omessi). I reati indicati nell'art. 84, comma 4, lett. a), D.Lgs. n. 159 del 2011, tra cui il traffico illecito di rifiuti, ex art. 260, D.Lgs. n. 152 del 2006, integrano, nella valutazione ex ante fattane dal legislatore, integrano una 'spia' di per sé sola sufficiente ad imporre, nella logica anticipata e preventiva che permea la materia delle informative antimafia, l'effetto interdittivo nei rapporti con la pubblica amministrazione. (Conferma T.a.r. Campania Napoli, sez. I, estremi omessi).

Cass. pen. n. 16036/2019

Il delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti - già previsto dall'art. 260, D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e, successivamente, disciplinato, ai sensi degli artt. 7 e 8 del D.Lgs. 1 marzo 2018, n. 21, dall'art. 452-quaterdecies cod. pen., in quanto necessariamente caratterizzato da una pluralità di condotte, alcune delle quali, se singolarmente considerate, potrebbero non costituire reato, ha natura di reato abituale proprio e si consuma, pertanto, con la cessazione dell'attività organizzata finalizzata al traffico illecito.

Cass. pen. n. 54703/2018

Il mancato rispetto, in caso di spedizioni transfrontaliere di rifiuti, delle garanzie e delle formalità previste dagli Stati riceventi, quand'anche non membri OCSE (nella specie la Repubblica Popolare cinese), in quanto recepite nei regolamenti comunitari che regolano la materia a norma dell'art. 194 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, integra il carattere abusivo dell'esportazione, con conseguente configurabilità, nella ricorrenza dei restanti presupposti, del reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto che, ai fini della tracciabilità della gestione complessiva dei rifiuti, il soggetto originante gli stessi dev'essere munito della licenza AQSIQ, che ne legittima l'esportazione verso la Repubblica Popolare Cinese).

Cass. pen. n. 58448/2018

Il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti si consuma nel luogo in cui avviene la reiterazione delle condotte illecite e non in quello dove si verifica - come nella specie - l'interramento dei rifiuti che può essere una frazione della condotta punibile, ma non è necessaria ai fini della rilevanza penale della fattispecie e della sua consumazione, che è raggiunta a monte, quando la pluralità e ripetitività delle operazioni di gestione inerenti quantitativi ingenti di rifiuti abbia raggiunto una intensità tale da mettere in pericolo il bene protetto.

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