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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8749 del 10 ottobre 1981
«Ove sia stata contestata nel decreto di citazione l'abitualità presunta dalla legge, non può applicarsi quella di cui all'art. 103 c.p., ritenuta dal giudice. Ed infatti, pur nell'identità degli effetti giuridici, la seconda forma di abitualità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38252 del 28 settembre 2004
«La circostanza aggravante dell'essere stato, il reato, commesso da cinque o più persone (art. 112, comma secondo, n. 1 c.p.) trova applicazione unicamente in relazione ai reati che restano realizzati dalla partecipazione di due persone soltanto, e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3327 del 16 marzo 2000
«In materia di concorso di persone nel reato, con riferimento alla circostanza aggravante di cui all'art. 112 n. 1 c.p., deve ritenersi che essa sia configurabile quando le modalità concrete della condotta implichino o, comunque, manifestino di per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3177 del 6 aprile 1993
«Poiché ai sensi dell'art. 114, secondo comma, c.p., l'attenuante della minima partecipazione al fatto non si applica ove il numero dei concorrenti nel reato sia di cinque o più, il divieto della concessione opera anche nell'ipotesi in cui il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2288 del 25 giugno 1992
«Tra la circostanza aggravante prevista dall'art. 112 comma primo n. 1 c.p. e quella di cui all'art. 74 comma primo n. 2, L. 22 dicembre 1975 n. 685 vi sono solo due differenze. Una riguarda il reato cui la circostanza aggravante può essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11531 del 15 novembre 1991
«Ai fini della configurabilità della circostanza aggravante prevista dall'art. 112, primo comma, n. 1, c.p., nel numero dei cinque partecipanti al reato non vanno computati coloro che sono stati assolti per insufficienza o per mancanza di dolo. In...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8767 del 21 giugno 1989
«Nei reati plurisoggettivi l'aggravante di cui all'art. 112 n. 1 c.p. è ravvisabile, salvo previsioni particolari per fattispecie individuate: solo se siano concorse nella fattispecie criminosa non meno di quattro persone, oltre quelle la cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5991 del 23 giugno 1984
«L'aggravante del numero delle persone è applicabile indipendentemente dalla natura della partecipazione — sia morale sia materiale — e della presenza di tutti i concorrenti al momento della consumazione. (Nella specie si era chiesto l'esclusione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2003 del 18 ottobre 1980
«L'aggravante, di cui all'art. 112 n. 1 c.p., non è applicabile ai cosiddetti reati plurisoggettivi necessari, in quanto per la consumazione degli stessi è previsto un numero minimo di persone. (Fattispecie in cui la Suprema Corte ha escluso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11290 del 26 settembre 1978
«Per la configurabilità dell'aggravante del numero delle persone non è necessario che tutti i concorrenti si siano resi autori della condotta tipica, essendo sufficiente la semplice partecipazione criminosa, ai cui fini basta anche la sola presenza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10062 del 24 luglio 1978
«L'aggravante del numero delle persone, prevista dall'art. 112 n. 1 c.p., sussiste anche se manchi l'accertamento della colpevolezza nei confronti di uno dei partecipanti (per esempio, per morte del reo, o per dichiarazione di improcedibilità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2645 del 23 gennaio 2012
«Ai fini della circostanza aggravante prevista dall'art. 112, comma primo, n. 2) c.p., il promotore è colui che ha ideato l'impresa delittuosa, perché ne ha avuto l'iniziativa, riuscendo a persuadere altri dell'opportunità di attuarla, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5647 del 4 marzo 1999
«In tema di delitti concernenti il traffico di stupefacenti, la circostanza aggravante di essersi avvalso di un minore nella commissione del delitto non può desumersi dalla semplice contestazione di aver commesso il fatto in concorso con un minore,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4038 del 7 aprile 1994
«Per tutto quanto attiene all'amministrazione del patrimonio fallimentare, compresa in tale amministrazione l'acquisizione e la destinazione degli atti e documenti dell'impresa, il fallito è sottoposto ai poteri di sovraordinazione, autorità e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2179 del 23 giugno 1997
«In tema di concorso di persona nel reato, con riferimento all'aggravante di cui all'art. 112 cpv. c.p. (essersi il colpevole avvalso di persona non imputabile o non punibile), deve ritenersi che, nell'ipotesi in cui la persona, non imputabile è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3450 del 26 marzo 1991
«Le aggravanti di cui ai nn. 3 e 4 dell'art. 112 c.p. sono compatibili anche quando la determinazione avvenga nei confronti del minore da parte del genitore. La prima circostanza, infatti, presuppone una relazione caratterizzata da un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16978 del 12 aprile 2013
«La cooperazione nel delitto colposo si verifica quando più persone pongono in essere una autonoma condotta, nella reciproca consapevolezza di contribuire con l'azione od omissione altrui alla produzione dell'evento non voluto. (Nella fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 48318 del 17 dicembre 2009
«Non si ha cooperazione nel delitto colposo qualora più persone, pur avendo contemporaneamente violato la medesima regola cautelare, abbiano posto in essere un'autonoma condotta, in mancanza della reciproca consapevolezza di contribuire all'azione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15707 del 15 aprile 2009
«Nella cooperazione nel delitto colposo, che si distingue dal concorso di cause colpose indipendenti per la necessaria reciproca consapevolezza dei cooperanti di contribuire alla condotta altrui, la condotta di ognuno dei concorrenti, singolarmente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1786 del 16 gennaio 2009
«Ai fini della determinazione della pena il giudice, nel valutare la gravità del danno cagionato dal reato, deve fare riferimento non soltanto a quello derivato, con relazione di diretta immediatezza, dalla lesione del bene protetto, ma anche alle...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5111 del 1 febbraio 2008
«La cooperazione nel delitto colposo si caratterizza esclusivamente come reciproca consapevolezza da parte dei concorrenti della convergenza delle rispettive condotte verso un identico scopo, senza che, ai fini della sua configurabilità, rilevi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 44623 del 10 marzo 2005
«In tema di cooperazione nel delitto colposo, perché la condotta di ciascun concorrente risulti rilevante ai sensi dell'art. 113 c.p. occorre che essa, singolarmente considerata, violi la regola di cautela, e che tra le condotte medesime esista un...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 40205 del 13 ottobre 2004
«La cooperazione nel delitto colposo di cui all'art. 113 c.p. si verifica quando più persone pongono in essere una autonoma condotta nella reciproca consapevolezza di contribuire all'azione od omissione altrui che sfocia nella produzione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43988 del 28 ottobre 2013
«In tema di colpa professionale, per l'affermazione della responsabilità penale del singolo sanitario operante in equipe chirurgica, è necessario non solo accertare la valenza con-causale del suo concreto comportamento attivo o omissivo al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43083 del 18 ottobre 2013
«È responsabile ai sensi dell'art. 113 cod. pen. di cooperazione nel delitto colposo l'agente il quale, trovandosi a operare in una situazione di rischio da lui immediatamente percepibile, pur non rivestendo alcuna posizione di garanzia,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21220 del 17 maggio 2013
«Il direttore di uno studio medico che non accerti che un soggetto operante nella struttura da lui diretta sia in possesso del titolo abilitante risponde non solo di concorso nel reato previsto dall'art. 348 c.p. con la persona non titolata, ma...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25311 del 7 giugno 2004
«Ai fini della configurabilità della cooperazione nel delitto colposo, prevista dall'art. 113 c.p., è sufficiente la coscienza, da parte del soggetto, dell'altrui partecipazione all'azione, ma non è necessaria la conoscenza delle specifiche...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7108 del 12 maggio 1989
«In tema di cooperazione in delitti colposi, la definitiva assoluzione di un coimputato minore d'età, giudicato dal suo giudice naturale, non esclude, né limita, il potere-dovere del giudice del gravame, proposto dall'imputato maggiore di età, di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6300 del 27 aprile 1989
«In materia di reati colposi, qualora l'evento, posto ad oggetto del reato scaturisca dal sinergismo di consapevoli condotte colpose, attribuibili alla vittima e a terzi imputati, va applicata la disposizione di cui all'art. 113 c.p., speciale...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 45069 del 22 novembre 2004
«La cooperazione nel delitto colposo si caratterizza per un legame psicologico tra le condotte dei concorrenti, nel senso che ciascuno dei compartecipi deve essere consapevole della convergenza della propria condotta con quella altrui, senza però...»