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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10577 del 4 luglio 2003
«Nel procedimento, di volontaria giurisdizione, previsto dalla legge 15 gennaio 1994, n. 64 (di ratifica ed esecuzione della Convenzione de L'Aja del 25 ottobre 1980 in tema di sottrazione internazionale di minori) — inquadrabile nello schema...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 986 del 7 febbraio 1996
«Ai sensi degli artt. 194, secondo comma, c.p.c. e 90 primo comma att. c.p.c., alle parti va data comunicazione del giorno, ora e luogo di inizio delle operazioni peritali, mentre l'obbligo di comunicazione non riguarda le indagini successive,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8703 del 27 giugno 2000
«In tema di procedimenti in camera di consiglio (nella specie, sul ricorso al tribunale avverso una decisione della commissione regionale per l'artigianato in tema di cancellazione dall'albo delle imprese artigiane), l'art. 738 c.p.c. prevede che,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8386 del 20 giugno 2000
«Nei procedimenti in camera di consiglio nei quali, per previsione legislativa, debba essere sentito il pubblico ministero (nella specie, impugnazione innanzi al tribunale della decisione della Commissione regionale per l'artigianato, adita in sede...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6859 del 17 novembre 1983
«Il procedimento ex art. 274 c.c. per l'ammissibilità dell'azione di dichiarazione giudiziale di paternità o maternità naturale ha, malgrado l'adozione del rito camerale, natura di giudizio contenzioso e, pertanto, l'audizione del P.M. si realizza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14200 del 28 luglio 2004
«Il giudizio per la dichiarazione di paternità (e di maternità) naturale di minori davanti al tribunale per i minorenni è soggetto, a norma dell'art. 38 disp. att. c.c., al rito camerale (e non al rito contenzioso ordinario), nel rispetto tuttavia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11351 del 17 giugno 2004
«Nel procedimento camerale concernente diritti o status (riguardante, nella fattispecie, la dichiarazione giudiziale di paternità di minore) non è ravvisabile, nell'attività svolta dal giudice delegato dal collegio, alcuna espropriazione dei poteri...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10615 del 25 settembre 1999
«Nei procedimenti in camera di consiglio è riservata al collegio ogni valutazione sulla ammissibilità e rilevanza delle prove, la cui assunzione può essere delegata ad uno dei suoi componenti; conseguentemente, non è viziato il provvedimento con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1947 del 8 marzo 1999
«In tema di giudizio camerale, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 738 c.p.c. (secondo cui «il giudice può assumere informazioni»), il giudice, senza che sia necessario il ricorso alle fonti di prova disciplinate dal codice di rito, risulta di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20670 del 25 ottobre 2005
«Nel procedimento camerale ex art. 737 c.p.c. — con cui si svolge l'opposizione al decreto prefettizio di espulsione dello straniero —, affinché il principio del contraddittorio possa dirsi rispettato è necessario, ma nel contempo sufficiente, che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16206 del 19 agosto 2004
«Nel giudizio promosso con ricorso contro il decreto prefettizio di espulsione dello straniero, ai sensi dell'art. 13, comma 9, del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286 (nel testo precedente all'abrogazione di cui alla legge 30 luglio 2002, n. 189),...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12428 del 7 luglio 2004
«In tema di disciplina dell'immigrazione, la competenza a provvedere sull'impugnazione dell'espulsione — nonché sull'impugnazione del provvedimento di rigetto dell'istanza di revoca dell'espulsione o del provvedimento di revoca della revoca del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8983 del 12 maggio 2004
«Nel procedimento di opposizione al decreto di espulsione amministrativa dello straniero, al giudice è attribuito dall'art. 738 c.p.c., cui rinvia l'art. 13, comma 2, del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286, come modificato dall'art. 3 del D.L.vo 13...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3266 del 19 febbraio 2004
«In materia di opposizione all'espulsione dello straniero, poiché l'art. 244, comma 2, del D.L.vo n. 51 del 1998 dispone che le funzioni del pretore non espressamente attribuite ad altra autorità sono devolute al tribunale in composizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3354 del 6 marzo 2003
«In tema di espulsione degli stranieri, è inammissibile il ricorso per cassazione avverso il decreto del tribunale di convalida della misura del trattenimento presso un centro di permanenza temporanea disposta dal questore, ai sensi dell'art. 14,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3154 del 4 marzo 2003
«Nel procedimento conseguente al ricorso avverso il decreto prefettizio di espulsione dello straniero il giudice deve, in ogni caso, sentire l'interessato, giusta disposto dell'art. 13, comma nono del D.L.vo n. 286/2000 (Nel testo precedente alle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13869 del 9 novembre 2001
«Nel procedimento conseguente all'impugnazione del provvedimento d'espulsione dello straniero (disciplinato dagli artt. 13 e 13 bis del D.L.vo n. 286 del 1998, con riferimento agli artt. 737 ess. c.p.c.) non è prevista la concessione di un «termine...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19305 del 21 agosto 2013
«In tema di purgazione dalle ipoteche, qualora uno dei creditori eserciti il diritto, previsto dall'art. 2891 c.c., di far vendere il bene ipotecato richiedendone l'espropriazione, il procedimento di volontaria giurisdizione attivato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11580 del 12 marzo 2013
«Le disposizioni concernenti l'esecuzione delle pene detentive e le misure alternative alla detenzione, non riguardando l'accertamento del reato e l'irrogazione della pena, ma soltanto le modalità esecutive della stessa, non hanno carattere di...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 40146 del 7 novembre 2011
«In presenza di una successione di leggi che comporti la depenalizzazione di una fattispecie in precedenza prevista come reato, le sanzioni amministrative trovano immediata applicazione nel caso in cui il giudizio penale instaurato nella vigenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 33890 del 3 settembre 2009
«In caso di successione di disposizioni diverse concernenti misure alternative alla detenzione, che non attengono né alla cognizione del reato, né all'irrogazione della pena, ma alle modalità esecutive di questa, non operano le regole dettate...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9986 del 27 gennaio 2009
«In tema di successione di leggi nel tempo, il principio di irretroattività della legge penale opera con riguardo alle norme incriminatrici e non anche alle misure di sicurezza, sicché la confisca obbligatoria del veicolo, con il quale sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2451 del 16 gennaio 2008
«In tema di successione di leggi penali, la modificazione della norma extrapenale richiamata dalla disposizione incriminatrice esclude la punibilità del fatto precedentemente commesso se tale norma è integratrice di quella penale oppure ha essa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40823 del 20 ottobre 2004
«Allorché, nelle more tra la pronuncia della sentenza di condanna oggetto di ricorso per cassazione e la trattazione di quest'ultimo, sia intervenuta una modificazione legislativa che abbia condotto alla parziale abolizione del reato al quale la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4296 del 4 febbraio 2004
«La disciplina relativa alla successione delle leggi penali (art. 2 c.p.) si applica qualora la disposizione richiamata da una «norma penale in bianco» sia modificata o abrogata, ovvero nell'ipotesi in cui venga modificata una norma «definitoria» —...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 44837 del 15 novembre 2012
«Sono punibili, secondo la legge italiana, come se commessi per intero in Italia, anche i reati la cui condotta sia avvenuta solo in parte nel territorio dello Stato o il cui evento si sia ivi verificato, ancorché si tratti di frammento di condotta...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 22147 del 1 giugno 2011
«Il reato omissivo colposo si considera commesso nello Stato, in applicazione del principio di territorialità della legge penale, qualora abbia avuto luogo in tale territorio anche una sola parte della omissione causativa dell'evento.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15280 del 11 aprile 2008
«In tema di ricettazione, il reato deve ritenersi commesso nel territorio dello Stato qualora in Italia si sia proceduto alla sola predisposizione, mediante la creazione di un doppio fondo, del veicolo utilizzato per importare la merce illecita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1180 del 10 gennaio 2008
«Ai fini dell'affermazione della giurisdizione italiana in relazione a reati commessi in parte all'estero, è sufficiente che nel territorio dello Stato si sia verificata anche solo un frammento della condotta, intesa in senso naturalistico, e,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34116 del 6 settembre 2007
«In tema di stupefacenti, nel caso in cui il «corriere» della droga proveniente da uno Stato estero, sia sbarcato in un aeroporto italiano al solo fine di transitarvi verso una ulteriore destinazione estera, il delitto di importazione di sostanze...»