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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12492 del 28 dicembre 1995
«Il formaggio fresco a pasta filata, ottenuto da latte vaccino o da latte misto e comunemente denominato «mozzarella», non è annoverato, al contrario della «mozzarella di bufala», tra i formaggi a denominazione di origine ed a denominazione tipica,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2003 del 15 gennaio 2008
«In tema di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, deve escludersi la natura di reato di pericolo del delitto di cui all'art. 517 c.p., in quanto il bene tutelato non è l'interesse dei consumatori o quello degli altri produttori, ma è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2499 del 11 dicembre 1969
«Il delitto di cui all'art. 517 c.p. è un reato di pericolo, nel quale l'obiettività giuridica è data dalla tutela dell'ordine economico, che deve essere garantito dagli inganni tesi ai compratori mediante l'uso di nomi, marchi e segni distintivi,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 39093 del 23 settembre 2013
«Integra il reato previsto dall'art. 517 cod. pen. la vendita di oggetti realizzati con materie prime italiane, ma completamente rifiniti all'estero e corredati dalla dicitura "Made in Italy" per la potenzialità ingannatoria dell'indicazione sul...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28905 del 8 luglio 2013
«Il reato di cui all'art. 517 c.p. è integrato dalla somiglianza del segno distintivo tale da creare confusione nel consumatore mediamente diligente sulla provenienza del prodotto, non essendo necessaria né la registrazione o il riconoscimento del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2975 del 24 gennaio 2012
«Non è configurabile il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.), qualora la vendita abbia per oggetto magliette aventi scritte uguali a quelle apposte sui propri prodotti da una società, in quanto ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28740 del 19 luglio 2011
«Integra il reato previsto dall'art. 517 c.p., in relazione all'art. 4, comma 49, della L. 24 dicembre 2003, n. 350, la commercializzazione di prodotti agroalimentari con marchio "d.o.p." (denominazione di origine protetta) non corrispondente al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6254 del 21 febbraio 2011
«Il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci è configurabile anche con riferimento a prodotti qualificabili come "oggetti di design". (La Corte ha precisato che sono "oggetti di design" quelli che si connotano per il profilo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27986 del 9 luglio 2008
«La riproduzione di una figura o di un personaggio di fantasia che costituisce esso stesso marchio o segno distintivo del prodotto (c.d. marchio figurativo) impone, ai fini della configurabilità del reato di vendita di prodotti industriali con...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23514 del 6 luglio 2006
«In tema di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, l'espressione «mette altrimenti in circolazione» comporta la configurabilità del reato di cui all'art. 517 c.p. a seguito di qualsiasi attività con la quale si miri a fare uscire a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21797 del 22 giugno 2006
«Non integra il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (artt. 517 c.p. e 4, comma quarantanovesimo, legge 24 dicembre 2003 n. 350) la messa in vendita di occhiali da sole recanti la dicitura “conceived by” accompagnata dalla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2648 del 20 gennaio 2006
«Integra il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci la commercializzazione di beni del settore abbigliamento con la dicitura «Italy», che pur essendo prodotti da una ditta italiana su disegno e tessuto italiano siano confezionati...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34103 del 23 settembre 2005
«Integra il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (artt. 517 c.p. e 4, comma quarantanovesimo, L. 24 dicembre 2003 n. 350) la messa in vendita con la dicitura «Made in Italy» di un prodotto che non può considerarsi di origine...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 49394 del 23 dicembre 2004
«In tema di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, la cosiddetta regolarizzazione delle merci, attraverso la eliminazione delle etichette e delle altre scritte recanti la falsa indicazione sull'origine e provenienza delle stesse, pur...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11671 del 13 ottobre 1999
«È configurabile il tentativo nel reato di cui all'art. 517 c.p., allorché vengano presentati per lo sdoganamento prodotti industriali con segni mendaci in quanto può costituire atto idoneo, diretto in modo non equivoco, a mettere la merce in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10798 del 20 ottobre 1994
«Gli estremi della condotta illecita descritta nell'art. 517 c.p. (vendita di prodotti industriali con segni mendaci) si ravvisano nella imitazione, anche generica, purché idonea a determinare l'effetto tipico in tale norma prevista, consistente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10064 del 10 luglio 1990
«A norma dell'art. 20 R.D. 21 giugno 1942, n. 929 l'avvenuto rilascio del brevetto per un marchio costituito da un nome geografico - nella specie «Gran Sasso» - non esclude l'uso da parte di terzi dello stesso nome come indicazione di provenienza....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4053 del 21 marzo 1990
«Il delitto di cui all'art. 517 c.p. può essere commesso, oltre che dall'imprenditore, anche dai suoi collaboratori sia a titolo di concorso nel reato qualora essi cooperino consapevolmente con lui nella consumazione del fatto-reato, sia a titolo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9950 del 29 ottobre 1985
«La larga diffusione di un prodotto non fa venir meno il diritto all'esclusività del nome e del marchio, dato che nessuna norma sancisce la perdita di tale esclusività in dipendenza dell'espandersi della collocazione sul mercato, a meno che dal...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2250 del 8 marzo 1985
«Il reato di cui all'art. 517 c.p., punendo chi mette in circolazione prodotti industriali con nomi, marchi e segni distintivi nazionali ed esteri atti ad indurre il compratore in inganno sull'origine, provenienza o qualità, quindi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2643 del 25 marzo 1981
«Per la configurabilità del reato di cui all'art. 517 c.p. non è necessaria l'imitazione fraudolenta del prodotto e la falsificazione del marchio, ma è sufficiente l'uso dei segni distintivi che, pur senza essere contraffatti, risultano idonei ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13161 del 10 dicembre 1980
«La falsa trascrizione degli estremi della registrazione ministeriale (in realtà mai avvenuta) deve ritenersi un segno mendace atto ad ingannare il compratore sulla qualità della merce ed integra l'elemento materiale del reato di cui all'art. 517 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46198 del 13 dicembre 2011
«L'elemento soggettivo del reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci richiede, trattandosi di dolo generico, la consapevolezza della natura mendace ed ingannevole del segno utilizzato. (In motivazione la Corte ha precisato che tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37139 del 13 ottobre 2005
«È configurabile il tentativo nel reato di cui all'art. 517 c.p., allorché vengano presentati per lo sdoganamento prodotti industriali con segni mendaci in quanto può costituire atto idoneo, diretto in modo non equivoco, a mettere la merce in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14644 del 20 aprile 2005
«In tema di elemento oggettivo del delitto di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.), la condotta di messa in vendita o di messa in circolazione si verifica quando il prodotto esce dalla sfera di custodia del fabbricante...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3352 del 2 febbraio 2005
«Con l'art. 4, comma quarantanovesimo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, il legislatore ha inteso unicamente risolvere il contrasto interpretativo esistente in ordine al momento consumativo del reato di vendita di prodotti con segni mendaci di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4066 del 7 maggio 1997
«Il delitto di vendita di prodotti industriali con segni mendaci si consuma con la messa in vendita o in circolazione di tali prodotti. Non è quindi penalmente rilevante la loro mera detenzione senza che gli stessi possano dirsi in vendita, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7217 del 24 maggio 1990
«Il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci si consuma nel momento in cui l'opera e il prodotto vengono «posti in vendita» o «messi altrimenti in circolazione» e, pertanto, l'elemento oggettivo del delitto deve essere ritenuto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27250 del 12 luglio 2007
«Deve essere esclusa la configurabilità del reato di cui all'art. 4, comma 49, della L. 24 dicembre 2003, n. 350 (tutela del made in Italy) nel caso in cui i prodotti agroalimentari o vegetali, commercializzati come prodotti in Italia in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13712 del 14 aprile 2005
«Il reato di cui all'art. 517 c.p. punisce la commercializzazione di prodotti industriali (oltre che di opere dell'ingegno) recanti marchi o segni distintivi fallaci, ossia atti a trarre in inganno sulla origine, provenienza o qualità del prodotto...»