AUTORE:
Riccardo Ronchi
ANNO ACCADEMICO: 2023
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Bologna
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
L’elaborato si rivolge alla tematica dell’assistenza spirituale negli istituti penitenziari, descrivendo le modalità di manifestazione del diritto alla libertà religiosa in considerazione dei limiti ad essa apposti nei contesti di privazione della libertà personale.
Si intende, così, sia evidenziare la rilevanza rivestita da tale elemento nell’ottica della finalità rieducativa della pena, sia presentare alcune problematiche più specifiche, come quelle legate alle possibili forme di radicalizzazione.
Prendendo le mosse dall’analisi delle fonti di riferimento, tanto sul piano nazionale quanto su quello sovranazionale, senza tralasciare le disposizioni rinvenibili nella normativa pattizia, l’attenzione si concentra poi sulla giurisprudenza italiana e sulle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Alla luce di queste ultime, vengono indagate non solo le tutele poste a presidio della libertà religiosa dei detenuti, ma pure profili particolari quali il rapporto tra misure alternative alla detenzione e professione del culto. La concezione dell’assistenza spirituale, inoltre, viene letta anche attraverso la sua evoluzione storica, che offre altresì l’occasione per descrivere più compiutamente il ruolo peculiare svolto dal cappellanato carcerario.
La trattazione volge, poi, in modo più puntuale alle questioni relative all’accesso dei ministri di culti diversi da quello cattolico, focalizzandosi soprattutto sulle implicazioni della diffusione dell’Islam nel contesto detentivo: ricerca condotta innanzitutto attraverso l’esame dell’apposito protocollo siglato tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e l’Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia.
L’ultima parte, infine, è dedicata in via speciale al fenomeno della radicalizzazione e alle soluzioni proposte dall’amministrazione penitenziaria, nonché ai possibili percorsi di recupero.
Si intende, così, sia evidenziare la rilevanza rivestita da tale elemento nell’ottica della finalità rieducativa della pena, sia presentare alcune problematiche più specifiche, come quelle legate alle possibili forme di radicalizzazione.
Prendendo le mosse dall’analisi delle fonti di riferimento, tanto sul piano nazionale quanto su quello sovranazionale, senza tralasciare le disposizioni rinvenibili nella normativa pattizia, l’attenzione si concentra poi sulla giurisprudenza italiana e sulle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Alla luce di queste ultime, vengono indagate non solo le tutele poste a presidio della libertà religiosa dei detenuti, ma pure profili particolari quali il rapporto tra misure alternative alla detenzione e professione del culto. La concezione dell’assistenza spirituale, inoltre, viene letta anche attraverso la sua evoluzione storica, che offre altresì l’occasione per descrivere più compiutamente il ruolo peculiare svolto dal cappellanato carcerario.
La trattazione volge, poi, in modo più puntuale alle questioni relative all’accesso dei ministri di culti diversi da quello cattolico, focalizzandosi soprattutto sulle implicazioni della diffusione dell’Islam nel contesto detentivo: ricerca condotta innanzitutto attraverso l’esame dell’apposito protocollo siglato tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e l’Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia.
L’ultima parte, infine, è dedicata in via speciale al fenomeno della radicalizzazione e alle soluzioni proposte dall’amministrazione penitenziaria, nonché ai possibili percorsi di recupero.