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Biodiritto e bioetica -

Sperimentazione sugli animali - Animal testing

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2013
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Libera Univ. degli Studi Maria SS.Assunta-(LUMSA) di Roma
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il tema della “sperimentazione sugli animali” riveste un ruolo di primaria importanza a livello globale. E’ pacifico che la ricerca scientifica non può prescindere dall’utilizzo di tale pratica sperimentale, ad oggi ancora basilare ai fini del progresso in campo medico, ma, per quanto riguarda la liceità etica dei metodi utilizzabili, il discorso è ben più complesso. La superiorità morale ed intellettiva che l’uomo si è da sempre attribuito, lungi dall’esonerarlo da certi doveri, gli impone al contrario precise responsabilità. Nel corso degli anni il sempre più diffuso interesse e la crescente sensibilità verso gli animali da parte dell’opinione pubblica e degli stessi ricercatori hanno certamente contribuito allo svolgimento di una sperimentazione animale più consapevole e decisamente più “umana”. A livello normativo sono stati fatti passi in avanti per renderla meno incisiva possibile per chi la subisce, ma ulteriori passi in avanti risultano necessari oggi. Si auspica che il fervente dibattito dottrinale e soprattutto i numerosi pareri espressi da parte del Comitato Nazionale per la Bioetica possano condurre ad una ricerca medico scientifica più rispettosa degli animali a cui, in quanto esseri viventi e senzienti, vanno se non altro riconosciute delle facoltà minime ed un interesse legittimo a non soffrire invano. In relazione al tema della sofferenza, si riflette sulla necessità di una revisione del trattamento riservato agli animali. Ai giorni nostri, preso atto che la scomparsa degli animali dai laboratori non è realizzabile, adottare strategie e approcci espressi nel modello delle 3R rappresenta il modo moderno e, alla luce delle sempre nuove scoperte in campo di benessere animale, forse l’unico possibile per una sperimentazione più attenta al rispetto degli esseri non umani. In pratica ciò significa sviluppare metodiche alternative all’uso degli animali, utilizzare quelli con il minore sviluppo neurologico, favorire esperimenti che prevedano il loro utilizzo ma in numero ridotto, applicare procedure che riducano gli stati di sofferenza, mantenere gli animali in opportune condizioni di vita. Tutte tematiche che, come si è visto, sono state considerate in più riprese tanto nella Direttiva 86/609/CEE che nel d.lgs. 116/1992 e fortemente sottolineate da ultimo nella Direttiva 2010/63/UE. La questione è aperta a continui miglioramenti e richiede sviluppi ulteriori in campo scientifico, filosofico e soprattutto sul piano giuridico.

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