AUTORE:
Margherita Cappellacci
ANNO ACCADEMICO: 2025
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą Cattolica del Sacro Cuore di Milano
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La tesi affronta il complesso rapporto tra la rappresentazione mediata del crimine e il processo penale, fondando l'analisi su un'ampia indagine empirica condotta sui contenuti diffusi da testate digitali.
Tale indagine viene inquadrata in una prospettiva teorica articolata, che richiama modelli come la labeling theory, la moral panic, la spiral of silence e la Overton window. Partendo dal confronto tra questi modelli e i dati raccolti, l'elaborato si concentra sulle criticità che emergono in merito alle garanzie processuali fondamentali.
In particolare, vengono esaminati: la violazione del segreto istruttorio; la mancata osservanza dei limiti di pubblicazione; la diffusione illecita di intercettazioni; l’influenza dell’esposizione mediatica sulla valutazione del periculum libertatis; il rischio di condizionamento del contraddittorio nella fase dibattimentale.
L’analisi si conclude approfondendo gli strumenti normativi e deontologici più rilevanti per contenere questi fenomeni: in particolare, il Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti, il D.Lgs. 188/2021, e le tecniche di debiasing applicate all’informazione e al contesto processuale.
Tale indagine viene inquadrata in una prospettiva teorica articolata, che richiama modelli come la labeling theory, la moral panic, la spiral of silence e la Overton window. Partendo dal confronto tra questi modelli e i dati raccolti, l'elaborato si concentra sulle criticità che emergono in merito alle garanzie processuali fondamentali.
In particolare, vengono esaminati: la violazione del segreto istruttorio; la mancata osservanza dei limiti di pubblicazione; la diffusione illecita di intercettazioni; l’influenza dell’esposizione mediatica sulla valutazione del periculum libertatis; il rischio di condizionamento del contraddittorio nella fase dibattimentale.
L’analisi si conclude approfondendo gli strumenti normativi e deontologici più rilevanti per contenere questi fenomeni: in particolare, il Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti, il D.Lgs. 188/2021, e le tecniche di debiasing applicate all’informazione e al contesto processuale.