AUTORE:
Andrea Di Serio
ANNO ACCADEMICO: 2025
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Salerno
FACOLTÀ: Scienze Economiche e Aziendali
ABSTRACT
La progressiva globalizzazione dei mercati e l’affermazione dell’economia digitale hanno inciso in maniera profonda sugli assetti della fiscalità internazionale ed europea. La crescente smaterializzazione delle transazioni, la possibilità di svolgere attività economiche senza una presenza fisica nello Stato di consumo e la diffusione di piattaforme digitali operanti a livello transnazionale hanno determinato una frattura evidente tra i modelli impositivi tradizionali e le nuove dinamiche economiche. Tale frattura si è tradotta, negli ultimi decenni, in un significativo aumento delle pratiche evasive ed elusive, con conseguente erosione delle basi imponibili nazionali e tensioni crescenti in tema di concorrenza fiscale. Per rispondere a queste sfide, l’Unione europea ha progressivamente rafforzato i meccanismi di cooperazione amministrativa tra le autorità fiscali degli Stati membri, con l’obiettivo di rendere più trasparenti i flussi economici e garantire una corretta imposizione. La cooperazione fiscale, da strumento marginale e prevalentemente bilaterale, è divenuta progressivamente uno dei cardini della governance fiscale europea, grazie a una sequenza di direttive sullo scambio di informazioni note come “DAC” (Directive on Administrative Cooperation). Dalla DAC1 del 2011, che ha introdotto forme di assistenza tra amministrazioni finanziarie su richiesta, fino alla DAC6, focalizzata sul contrasto alle pratiche di pianificazione fiscale aggressiva, si è delineato un percorso di crescente integrazione, in cui lo scambio automatico di dati è divenuto la regola e non più l’eccezione. Questo processo ha condotto, nel 2021, all’adozione della DAC7 (Direttiva 2021/514/UE), che segna una svolta rilevante: per la prima volta, gli obblighi di raccolta e trasmissione di informazioni non gravano solo sugli Stati, ma anche su soggetti privati, vale a dire i gestori delle piattaforme digitali. La DAC7 rappresenta una risposta all’evoluzione dell’economia collaborativa e del commercio elettronico, settori in cui milioni di transazioni quotidiane sfuggono a un controllo immediato da parte delle autorità fiscali. Attraverso l’imposizione di obblighi di due diligence e reporting, la direttiva mira a colmare le asimmetrie informative tra contribuenti e amministrazioni, intercettando i flussi economici nel momento stesso in cui si generano. Essa costituisce, in questo senso, un banco di prova per la capacità del diritto tributario di adattarsi a un contesto in continua trasformazione tecnologica. L’introduzione di tali obblighi apre, tuttavia, a questioni di grande rilievo teorico e pratico. Da un lato, si pone il problema della proporzionalità degli oneri richiesti alle piattaforme, chiamate a sostenere costi organizzativi e tecnologici significativi per conformarsi alla normativa. Dall’altro, emergono interrogativi circa la tutela dei diritti fondamentali, in particolare del diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali degli utenti. A ciò si aggiungono le difficoltà legate alla piena armonizzazione a livello europeo: nonostante l’esistenza di una direttiva comune, gli Stati membri possono adottare prassi interpretative differenti, con il rischio di creare disomogeneità applicative e di minare la certezza del diritto. La ricerca proposta in questa tesi si colloca proprio in questo snodo cruciale, mirando a indagare in che misura la DAC7 riesca a bilanciare le esigenze di trasparenza e lotta all’evasione con quelle di proporzionalità e tutela dei contribuenti. L’analisi non si limita a ricostruire l’evoluzione normativa e giurisprudenziale della cooperazione amministrativa, ma intende evidenziare come la DAC7 si inserisca in un percorso più ampio di ridefinizione della sovranità fiscale in chiave europea. Essa, infatti, non solo rafforza gli strumenti di controllo delle amministrazioni, ma contribuisce a delineare una nuova concezione della fiscalità come ambito sempre più sottratto alla gestione esclusiva dei singoli Stati. L’obiettivo non è soltanto quello di descrivere una disciplina, ma di coglierne le implicazioni sistemiche e prospettiche: la DAC7 diventa il punto di osservazione privilegiato per riflettere su come la fiscalità europea intenda affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione, dalla crescente interconnessione dei mercati e dalla necessità di ridurre il divario tra gettito potenziale e gettito effettivamente riscosso. In tale prospettiva, le riflessioni sviluppate intendono offrire un contributo critico alla comprensione delle dinamiche attuali, ma anche uno spunto per future evoluzioni normative e interpretative, affinché la cooperazione amministrativa possa realmente garantire equità fiscale, certezza del diritto e parità concorrenziale.