AUTORE:
Marco Amati
ANNO ACCADEMICO: 2023
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Milano
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente lavoro sulla legittima difesa ordinaria e intra moenia, suddiviso in quattro capitoli, cercherà di illustrare lo stato dell’arte dell’istituto, per come visto in dottrina e in giurisprudenza, soffermandosi al contempo ad analizzare ambiti poco battuti e ragionamenti minoritari.
Nel Capitolo Primo verranno esaminati i principi e i requisiti classici della legittima difesa comune, con attenzione agli orientamenti maggioritari, ma evidenziando anche le ulteriori letture. Ci si concederà di discostarsi criticamente da alcune interpretazioni, con ragionamenti in chiave sistematica, argomentazioni e punti di vista debitamente motivati, senza la pretesa di condivisione o approvazione, ma con lo sforzo di attribuirvi organicità e logicità. Dopo una breve introduzione sulla natura socio-giuridica della legittima difesa, dove verrà fatto cenno alla visione giusnaturalistica dell’istituto, saranno analizzati nel dettaglio gli elementi costitutivi in ordine logico – i diritti difendibili, la necessità di difesa, il concetto di offesa ingiusta, l’attualità del pericolo – e ci si soffermerà con particolare attenzione su quello più controverso: la proporzionalità. Proprio rispetto a quest’ultimo argomento il capitolo cercherà di offrire, in chiusura, alcuni spunti di riflessione, provando a rispondere ad alcune domande quali, ad esempio, se, alla luce delle elaborazioni dottrinali e giurisprudenziali, sia ancora corretto leggere i due requisiti di necessità e proporzione in termini autonomi e indipendenti, oppure se i due presupposti tendano oggi a sovrapporsi; e ancora se, da una prospettiva fattuale, esista realmente il conflitto tra beni eterogenei nell’ambito del dualismo offesa-difesa.
Il Capitolo Secondo e il Capitolo Terzo saranno rivolti allo studio delle due forme di legittima difesa domiciliare, così come introdotte nel 2006 e nel 2019. L’esame dei lavori preparatori sarà di fondamentale importanza, al fine di superare alcune tendenze di critica politica sviluppatesi negli anni nel corso del dibattito dottrinale. A tal proposito si cercherà di confutare le affermazioni volte a denunciare come, con le due riforme oggetto di studio, il legislatore abbia voluto mettere in contrapposizione “onesti contro delinquenti”. Allo stesso modo si proverà a mettere in evidenza come non fosse nelle intenzioni del legislatore introdurre alcuna “licenza di uccidere”. A ben vedere, dai lavori preparatori, in entrambi i casi, traspare la serietà e l’ampia condivisione, tra le forze politiche e la società civile, delle motivazioni che hanno spinto il legislatore ad approvare le due riforme. Fornito un quadro generale sulla ratio e sull’intentio legis e sgombrato il campo da ulteriori argomentazioni tendenziose emerse nel dibattito dottrinale (quale, ad esempio, il rischio di far west), nei rispettivi capitoli sarà affrontato l’esame dei requisiti e degli ambiti applicativi delle due scriminanti, con l’attenzione rivolta alle elaborazioni dottrinali e alla prassi giurisprudenziale sviluppatasi nel tempo. Anche questi due capitoli si concluderanno con spunti di riflessione e ragionamenti critici rivolti ai criteri di applicabilità della legittima difesa adottati, in alcuni casi, dalla giurisprudenza. Ci si interrogherà sulla legittimità dell’imposizione di un dovere di assunzione di rischio (probabilistico) nella valutazione del pericolo, sul rapporto tra tutela dell’aggredito e tutela dell’aggressore, cercando di fornire risposte in chiave sistematica e nel rispetto dei valori della società. Verranno illustrati, infine, alcuni dati empirici estratti da fonti ufficiali, cercando di trarre conclusioni aderenti alla realtà fenomenica.
Il Capitolo Quarto affronterà il tema dell’eccesso di legittima difesa di cui all’art. 55 del c.p., soffermandosi sulla disciplina generale, accennando all’eccesso doloso e al rapporto con la scriminante putativa, passando quindi ad analizzare più nel dettaglio l’eccesso di legittima difesa domiciliare introdotto con la Legge n. 36 del 2019. Come emergerà in fase di trattazione, l’elemento specializzante e, al contempo, più controverso del novellato istituto è rappresentato dal concetto di “grave turbamento” (art. 55, comma 2 c.p.). Di grande interesse, in tal senso, è la distinzione, di cui si farà cenno in un paragrafo di approfondimenti ad essa dedicato, tra emozioni steniche ed emozioni asteniche, nonché il dibattito sviluppatosi sull’opportunità di introdurre l’elemento soggettivo e psicologico del grave turbamento, emersa, verosimilmente, all’esito di analisi e valutazioni in chiave di diritto comparato.
Nel Capitolo Primo verranno esaminati i principi e i requisiti classici della legittima difesa comune, con attenzione agli orientamenti maggioritari, ma evidenziando anche le ulteriori letture. Ci si concederà di discostarsi criticamente da alcune interpretazioni, con ragionamenti in chiave sistematica, argomentazioni e punti di vista debitamente motivati, senza la pretesa di condivisione o approvazione, ma con lo sforzo di attribuirvi organicità e logicità. Dopo una breve introduzione sulla natura socio-giuridica della legittima difesa, dove verrà fatto cenno alla visione giusnaturalistica dell’istituto, saranno analizzati nel dettaglio gli elementi costitutivi in ordine logico – i diritti difendibili, la necessità di difesa, il concetto di offesa ingiusta, l’attualità del pericolo – e ci si soffermerà con particolare attenzione su quello più controverso: la proporzionalità. Proprio rispetto a quest’ultimo argomento il capitolo cercherà di offrire, in chiusura, alcuni spunti di riflessione, provando a rispondere ad alcune domande quali, ad esempio, se, alla luce delle elaborazioni dottrinali e giurisprudenziali, sia ancora corretto leggere i due requisiti di necessità e proporzione in termini autonomi e indipendenti, oppure se i due presupposti tendano oggi a sovrapporsi; e ancora se, da una prospettiva fattuale, esista realmente il conflitto tra beni eterogenei nell’ambito del dualismo offesa-difesa.
Il Capitolo Secondo e il Capitolo Terzo saranno rivolti allo studio delle due forme di legittima difesa domiciliare, così come introdotte nel 2006 e nel 2019. L’esame dei lavori preparatori sarà di fondamentale importanza, al fine di superare alcune tendenze di critica politica sviluppatesi negli anni nel corso del dibattito dottrinale. A tal proposito si cercherà di confutare le affermazioni volte a denunciare come, con le due riforme oggetto di studio, il legislatore abbia voluto mettere in contrapposizione “onesti contro delinquenti”. Allo stesso modo si proverà a mettere in evidenza come non fosse nelle intenzioni del legislatore introdurre alcuna “licenza di uccidere”. A ben vedere, dai lavori preparatori, in entrambi i casi, traspare la serietà e l’ampia condivisione, tra le forze politiche e la società civile, delle motivazioni che hanno spinto il legislatore ad approvare le due riforme. Fornito un quadro generale sulla ratio e sull’intentio legis e sgombrato il campo da ulteriori argomentazioni tendenziose emerse nel dibattito dottrinale (quale, ad esempio, il rischio di far west), nei rispettivi capitoli sarà affrontato l’esame dei requisiti e degli ambiti applicativi delle due scriminanti, con l’attenzione rivolta alle elaborazioni dottrinali e alla prassi giurisprudenziale sviluppatasi nel tempo. Anche questi due capitoli si concluderanno con spunti di riflessione e ragionamenti critici rivolti ai criteri di applicabilità della legittima difesa adottati, in alcuni casi, dalla giurisprudenza. Ci si interrogherà sulla legittimità dell’imposizione di un dovere di assunzione di rischio (probabilistico) nella valutazione del pericolo, sul rapporto tra tutela dell’aggredito e tutela dell’aggressore, cercando di fornire risposte in chiave sistematica e nel rispetto dei valori della società. Verranno illustrati, infine, alcuni dati empirici estratti da fonti ufficiali, cercando di trarre conclusioni aderenti alla realtà fenomenica.
Il Capitolo Quarto affronterà il tema dell’eccesso di legittima difesa di cui all’art. 55 del c.p., soffermandosi sulla disciplina generale, accennando all’eccesso doloso e al rapporto con la scriminante putativa, passando quindi ad analizzare più nel dettaglio l’eccesso di legittima difesa domiciliare introdotto con la Legge n. 36 del 2019. Come emergerà in fase di trattazione, l’elemento specializzante e, al contempo, più controverso del novellato istituto è rappresentato dal concetto di “grave turbamento” (art. 55, comma 2 c.p.). Di grande interesse, in tal senso, è la distinzione, di cui si farà cenno in un paragrafo di approfondimenti ad essa dedicato, tra emozioni steniche ed emozioni asteniche, nonché il dibattito sviluppatosi sull’opportunità di introdurre l’elemento soggettivo e psicologico del grave turbamento, emersa, verosimilmente, all’esito di analisi e valutazioni in chiave di diritto comparato.