AUTORE:
Biagino Carfora
ANNO ACCADEMICO: 2024
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Università Telematica Pegaso
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La tesi si suddivide in cinque capitoli. In particolare, il presente elaborato nasce dallo studio e dall’analisi della normativa riguardante le intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, svolte nell’ambito dei procedimenti penali aventi ad oggetto reati in materia di criminalità organizzata.
Nell’ambito del contrasto alle attività illecite poste in essere dalle organizzazioni criminali che, in maniera sempre più pericolosa, sono riuscite a penetrare nel tessuto della nostra società, tale strumento investigativo risulta essere incisivo ed essenziale.
Difatti le attività tecniche, adattandosi anche al progresso tecnologico, sono in grado di oltrepassare le forme di cautela e di boicottaggio adottate dai sodali con il fine di salvaguardare i propri interessi illeciti, e consentono, pertanto, agli inquirenti di infiltrarsi in complesse organizzazioni criminali, di ricostruirne e disarticolarne le dinamiche fino a giungere, così, a risultati significativi in termini di prevenzione e contrasto del crimine organizzato.
Nel primo capitolo si esaminano i vari strumenti e poteri che il nostro ordinamento ha affidato agli inquirenti nella lotta alle organizzazioni criminali. Esse, nel corso del tempo, hanno subito un’evoluzione smisurata, che ha consentito loro di strutturarsi come autentici contropoteri criminali, sia in via esterna e concorrenziale rispetto al sistema legale, sia all’interno di questo, attraverso i partiti, le amministrazioni locali, alcuni settori dell’apparato istituzionale e determinate articolazioni del sistema bancario.
Nel secondo capitolo si delinea un quadro generale sulla normativa attinente alle intercettazioni svolte nel contrasto al crimine organizzato. In particolare, si analizzano le nozioni di attività di intercettazione necessarie allo svolgimento delle indagini, la tutela della libertà e della segretezza delle comunicazioni. Inoltre, vengono trattate le ragioni per le quali si è giunti all’emanazione del decreto legge n. 152/1991, convertito poi nella legge n. 203/1991, che norma il regime speciale delle intercettazioni effettuate nell’ambito dei procedimenti penali aventi ad oggetto reati in materia di criminalità organizzata. Si approfondisce, infine, il significato di reato di criminalità organizzata, affrontando altresì l’attenuazione delle garanzie nell’autorizzare tali attività tecniche.
Nel terzo capitolo si pone come obiettivo l’analisi dell’aspetto pratico di tali attività di intercettazione, soffermandosi sui requisiti necessari per l’autorizzazione di questo peculiare tipo di attività tecnica, sui termini di durata estesi rispetto a quelle ordinarie, sulle procedure operative, sull’utilizzabilità e sull'interpretazione del linguaggio ermetico spesso adottato dai membri delle organizzazioni criminali.
Le intercettazioni ambientali - attività tecniche particolarmente efficaci nell’ambito delle attività di contrasto alla criminalità organizzata - sono il tema del quarto capitolo, ove si è proceduto ad analizzare il loro inquadramento normativo con particolare riferimento ai presupposti autorizzativi, necessari per la captazione di conversazioni tra presenti che avvengono nelle abitazioni o negli altri luoghi di privata dimora indicati nell’art. 614 del c.p.. Vengono, inoltre, affrontati i temi relativi all’installazione dei dispositivi atti all’intercettazione ambientale e alle videoriprese, all’utilizzabilità delle risultanze emerse da attività tecniche autorizzate nell’ambito di altri procedimenti penali e alle intercettazioni ambientali finalizzate alla ricerca di latitanti imputati per un delitto di criminalità organizzata.
Nel quinto ed ultimo capitolo dell'elaborato viene trattato, infine, il tema relativo a quella che, tra le varie attività tecniche, probabilmente risulta essere la più incisiva e al tempo stesso invasiva: l’utilizzo del captatore informatico c.d. trojan. È, difatti, grazie a tale prezioso strumento che le allarmanti minacce che la criminalità organizzata e le organizzazioni terroristiche muovono alla libertà, al patrimonio e alla sicurezza delle persone possono essere contrastate e prevenute. L’avanzata inesorabile della digitalizzazione, nel tempo, ha cambiato radicalmente la nostra società, rendendo necessaria anche l’evoluzione del diritto, fornendo un valido ausilio agli inquirenti che si occupano di arginare e contrastare reati di così particolare gravità come quelli in materia di criminalità organizzata.
Nell’ambito del contrasto alle attività illecite poste in essere dalle organizzazioni criminali che, in maniera sempre più pericolosa, sono riuscite a penetrare nel tessuto della nostra società, tale strumento investigativo risulta essere incisivo ed essenziale.
Difatti le attività tecniche, adattandosi anche al progresso tecnologico, sono in grado di oltrepassare le forme di cautela e di boicottaggio adottate dai sodali con il fine di salvaguardare i propri interessi illeciti, e consentono, pertanto, agli inquirenti di infiltrarsi in complesse organizzazioni criminali, di ricostruirne e disarticolarne le dinamiche fino a giungere, così, a risultati significativi in termini di prevenzione e contrasto del crimine organizzato.
Nel primo capitolo si esaminano i vari strumenti e poteri che il nostro ordinamento ha affidato agli inquirenti nella lotta alle organizzazioni criminali. Esse, nel corso del tempo, hanno subito un’evoluzione smisurata, che ha consentito loro di strutturarsi come autentici contropoteri criminali, sia in via esterna e concorrenziale rispetto al sistema legale, sia all’interno di questo, attraverso i partiti, le amministrazioni locali, alcuni settori dell’apparato istituzionale e determinate articolazioni del sistema bancario.
Nel secondo capitolo si delinea un quadro generale sulla normativa attinente alle intercettazioni svolte nel contrasto al crimine organizzato. In particolare, si analizzano le nozioni di attività di intercettazione necessarie allo svolgimento delle indagini, la tutela della libertà e della segretezza delle comunicazioni. Inoltre, vengono trattate le ragioni per le quali si è giunti all’emanazione del decreto legge n. 152/1991, convertito poi nella legge n. 203/1991, che norma il regime speciale delle intercettazioni effettuate nell’ambito dei procedimenti penali aventi ad oggetto reati in materia di criminalità organizzata. Si approfondisce, infine, il significato di reato di criminalità organizzata, affrontando altresì l’attenuazione delle garanzie nell’autorizzare tali attività tecniche.
Nel terzo capitolo si pone come obiettivo l’analisi dell’aspetto pratico di tali attività di intercettazione, soffermandosi sui requisiti necessari per l’autorizzazione di questo peculiare tipo di attività tecnica, sui termini di durata estesi rispetto a quelle ordinarie, sulle procedure operative, sull’utilizzabilità e sull'interpretazione del linguaggio ermetico spesso adottato dai membri delle organizzazioni criminali.
Le intercettazioni ambientali - attività tecniche particolarmente efficaci nell’ambito delle attività di contrasto alla criminalità organizzata - sono il tema del quarto capitolo, ove si è proceduto ad analizzare il loro inquadramento normativo con particolare riferimento ai presupposti autorizzativi, necessari per la captazione di conversazioni tra presenti che avvengono nelle abitazioni o negli altri luoghi di privata dimora indicati nell’art. 614 del c.p.. Vengono, inoltre, affrontati i temi relativi all’installazione dei dispositivi atti all’intercettazione ambientale e alle videoriprese, all’utilizzabilità delle risultanze emerse da attività tecniche autorizzate nell’ambito di altri procedimenti penali e alle intercettazioni ambientali finalizzate alla ricerca di latitanti imputati per un delitto di criminalità organizzata.
Nel quinto ed ultimo capitolo dell'elaborato viene trattato, infine, il tema relativo a quella che, tra le varie attività tecniche, probabilmente risulta essere la più incisiva e al tempo stesso invasiva: l’utilizzo del captatore informatico c.d. trojan. È, difatti, grazie a tale prezioso strumento che le allarmanti minacce che la criminalità organizzata e le organizzazioni terroristiche muovono alla libertà, al patrimonio e alla sicurezza delle persone possono essere contrastate e prevenute. L’avanzata inesorabile della digitalizzazione, nel tempo, ha cambiato radicalmente la nostra società, rendendo necessaria anche l’evoluzione del diritto, fornendo un valido ausilio agli inquirenti che si occupano di arginare e contrastare reati di così particolare gravità come quelli in materia di criminalità organizzata.