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Diritto internazionale -

Discriminazioni, stereotipi e violenza di genere: l’applicazione in Italia della Convenzione ONU

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2017
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Bari
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, adottata il 18 dicembre 1979 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, rappresenta ancora oggi uno dei principali strumenti internazionali in materia di diritti delle donne. Essa è caratterizzata dal non essere limitata ad un ambito specifico, in quanto estende il suo raggio d’azione a qualsiasi forma di discriminazione cui le donne possano andare incontro; inoltre, l’obbligo convenzionalmente riconosciuto per gli Stati parti di implementare le rispettive legislazioni con misure idonee al perseguimento degli obiettivi di cui alla Convenzione (art. 2) è ulteriormente rafforzato dall’istituzione del Comitato CEDAW, che svolge una pluralità di compiti nell’ottica di vigilare sull’attuazione puntuale del testo convenzionale da parte degli Stati parti. La CEDAW si presenta come caratterizzata da una forte tensione innovativa, superando il canonico concetto di uguaglianza formale per farsi portatrice, invece, del concetto di uguaglianza trasformativa, che implica una "ristrutturazione della società cosicché questa non sia più definita dall'uomo" e " "l'introduzione di misure positive" (S. Fredman). Obiettivo di questo lavoro è in primis l’analisi del filo conduttore, disegnato dai redattori della Convenzione in esame, fra discriminazione, stereotipi culturali e violenza di genere; in secondo luogo, al fine di verificare la situazione attuale delle donne nel nostro Paese limitatamente ai tre ambiti sopracitati, ci si concentrerà sull’implementazione in Italia delle previsioni e raccomandazioni del Comitato CEDAW, nonché sull’analisi delle osservazioni conclusive da esso redatte in seguito ai rapporti periodicamente stilati dal nostro governo. Al termine dell'analisi della normativa, è innanzitutto chiaro come il legislatore CEDAW abbia disegnato l'esistenza di una vera e propria questione culturale connessa alla violenza di genere: il filo conduttore esistente fra di essa e le discriminazioni e stereotipi nei confronti delle donne fa sì che nessuno di questi tre fenomeni possa essere eliminato senza adoperarsi, al contempo, per la soppressione dell'altro. Successivamente, l'attento esame della normativa e delle prassi italiane nei tre ambiti in questione palesa l'insufficienza degli sforzi fatti dal nostro legislatore nel recepire la CEDAW, fino al punto di poter ipotizzare una vera e propria responsabilità di Stato per la gravità della situazione attuale per quanto concerne il dilagante fenomeno della violenza sulle donne in Italia.

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