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Diritto penale -

Il delitto di abuso d'ufficio negli organi collegiali

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2019
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi Roma Tre
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente lavoro di tesi, riguardante la tematica del delitto di abuso d’ufficio all’interno degli organi collegiali, ha l’obiettivo di svolgere un’analisi strutturale di come possa conformarsi il delitto di abuso d’ufficio all’interno di organi che, secondo il legislatore sono composti da più individui che rivestono la carica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio. Il fenomeno della collegialità, riscontrabile tanto nel settore privato, tanto nel settore pubblico, risponde alla finalità, che si è posto il legislatore, di risolvere molteplici problematiche relative alle differenti articolazioni delle moderne organizzazioni economiche e sociali alle quali si risponde con un ricorso, da parte delle pubbliche amministrazioni e dei privati, a moduli organizzativi complessi, tendenti ad una capillare distribuzione di competenze e di poteri in capo agli organi collegiali. Nell’ambito delle organizzazioni complesse la struttura dell’organo collegiale è rilevante soprattutto da un punto di vista interno, in quanto nel momento di approvazione di una delibera le singole volontà delle singole persone fisiche – che costituiscono il collegio – si fondono in un’unica volontà che andrà a costituire quella dell’ente di appartenenza agli “occhi dei soggetti esterni”. Nella prima parte del presente lavoro di tesi, si andrà a descrivere il delitto di abuso d’ufficio nei suoi tratti caratteristici; l’analisi proseguirà andando ad individuare come sia configurabile o meno la responsabilità penale personale dei componenti degli organi collegiali che operano in seno a società o alla pubblica amministrazione manifestando la volontà dell’ente di appartenenza ed, in particolare, l’imputabilità sul piano psicologico dei reati ad ogni membro dell’organo amministrativo della società; aspetto quest’ultimo, particolarmente problematico e centrale nel dibattito giuridico odierno. In questo lavoro di tesi si sottolinea come nel settore pubblico, ad esempio, spesso i singoli componenti di organi di governo locale – a causa della mancanza di una specifica competenza professionale – non siano in grado di valutare e ponderare nella loro totalità tutte le implicazioni delle delibere che formalmente concorrono ad approvare e che, in definitiva, finiscono per costituire espressione anche della loro volontà. Sono riscontrabili a iosa, nella giurisprudenza del nostro paese, procedimenti penali a carico di persone fisiche con cariche elettive, per delibere solo formalmente a loro imputabili. Oppure, nell’ambito delle amministrazioni di società, l’effettiva collegialità molto spesso non è accompagnata da una discussione approfondita e articolata e si riscontrano fenomeni in cui le decisioni vengono assunte da pochi membri del consiglio e solo formalmente condivise dagli altri amministratori che talvolta accettano le cariche per puro prestigio. Tutto ciò porta ad una difficoltà, per gli organi inquirenti e decisori, di individuare l’imputazione dell’illecito penale in presenza di un fatto di reato scaturito dall’attività di un organo pluripersonale che rischia di “estendersi” all’intero organo collegiale.

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Norme di riferimento

  • Art. 323 c.p. "Abuso d'ufficio"
    Art. 110 c.p. "Pena per colo che concorrono nel reato"
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