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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40575 del 3 dicembre 2002
«La regola stabilita dall'art. 568, comma 5, c.p.p., secondo la quale l'impugnazione è ammissibile indipendentemente dalla qualificazione datane dalla parte, trova applicazione anche con riferimento al ricorso per cassazione proposto per saltum per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1419 del 4 agosto 1998
«L'art. 568 comma 5 c.p.p. è finalizzato alla salvezza e non alla modifica della volontà reale dell'interessato, sicché al giudice non è consentito sostituire il mezzo di impugnazione effettivamente voluto e propriamente denominato (ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2790 del 17 dicembre 1995
«La richiesta di restituzione dei beni sottoposti a sequestro conservativo, non essendo prevista dalle norme vigenti, va qualificata come impugnazione del provvedimento applicativo della misura cautelare, ai sensi dell'art. 568, comma 5 c.p.p.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7209 del 14 luglio 1995
«L'impugnazione esperibile avverso sentenza di condanna per contravvenzione per la quale sia stata inflitta la sola pena dell'ammenda in tutto o in parte come sanzione sostitutiva dell'arresto, è l'appello e non il ricorso per cassazione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11186 del 9 novembre 1994
«Il principio della conservazione del mezzo di impugnazione impropriamente proposto può operare soltanto quando abbia tutti i requisiti sostanziali e formali del mezzo che si sarebbe dovuto correttamente proporre. Ne consegue che qualora avverso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 867 del 1 febbraio 1993
«Il principio generale dell'art. 568 u.c. nuovo codice di rito, secondo cui in mancanza di sicuri elementi contrari, si deve presumere che la parte abbia inteso utilizzare il mezzo di impugnazione predisposto dalla legge, si applica anche in caso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1566 del 15 febbraio 1992
«Qualora contro una medesima sentenza siano stati presentati più gravami, uno dei quali comporti la conversione degli altri in appello, un'impugnazione avverso la detta sentenza proposta come appello, ma correttamente qualificabile ricorso per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4001 del 29 gennaio 2014
«Il principio generale posto dall'art. 568, comma quinto cod. proc. pen., che prevede la conversione "ope legis" dell'impugnazione proposta mediante un mezzo diverso da quello prescritto e la trasmissione di ufficio degli atti al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7276 del 20 febbraio 2004
«La disposizione contenuta nell'art. 568 comma quinto c.p.p., che in caso di impugnazione proposta a un giudice incompetente consente a quest'ultimo la trasmissione diretta degli atti al giudice competente, trova applicazione esclusivamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 227 del 9 gennaio 2003
«In caso di annullamento con rinvio a seguito dell'accoglimento di ricorso per cassazione proposto avverso sentenza all'epoca inappellabile, la sopravvenuta appellabilità della medesima sentenza importa che il giudice di rinvio debba essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33751 del 21 settembre 2005
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 593 c.p.p., nella parte in cui consente l'impugnazione del pubblico ministero avverso la sentenza di assoluzione dell'imputato di primo grado, sollevata in relazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7038 del 14 giugno 2000
«Una volta che il P.M. abbia proposto impugnazione avverso una sentenza inappellabile a norma dell'art. 593, comma terzo, c.p.p., la corte di merito deve astenersi dal decidere e limitarsi a qualificare come ricorso l'impugnazione stessa,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5558 del 11 maggio 2000
«L'appello ritualmente proposto, prima dell'intervenuta modifica dell'art. 593, comma 3, c.p.p., avverso sentenza di condanna alla sola pena della multa non va convertito in ricorso per cassazione ma va trattato e deciso secondo la sua originaria...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11998 del 6 dicembre 1995
«Nel caso di applicazione della sola pena dell'ammenda come sanzione sostitutiva per condanna inflitta per una contravvenzione punita con pena detentiva (o anche detentiva), il mezzo di impugnazione è l'appello.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6563 del 2 giugno 1994
«Sussiste l'interesse ad impugnare e deve pertanto ritenersi ammissibile il gravame nei confronti di provvedimento che sospende condizionalmente la pena dell'ammenda concernente contravvenzioni per le quali è ammessa l'oblazione in quanto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8856 del 28 settembre 1993
«Ai sensi dell'art. 593, terzo comma, c.p.p. sono inappellabili le sentenze di proscioglimento o di non luogo a procedere relative a contravvenzioni punite con la sola ammenda o con pena alternativa. Ne consegue che, proposta impugnazione dal P.M....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7385 del 27 luglio 1993
«Anche se l'art. 593, terzo comma, c.p.p. prevede l'inappellabilità della sentenza nell'ipotesi di proscioglimento da contravvenzioni punite con la sola ammenda o con pena alternativa, qualora il P.G. proponga appello, lamentando l'erroneo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10942 del 21 marzo 2005
«Avverso la sentenza di condanna alla sola pena della multa pronunciata dal giudice di pace è esperibile soltanto, da parte dell'imputato, il ricorso per cassazione, ai sensi dell'art. 37, comma 2, del D.L.vo 28 agosto 2000 n. 274, atteso il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25303 del 7 giugno 2004
«In tema di successione di leggi processuali riguardanti le impugnazioni, in tutti quei casi in cui, al momento della proposizione dell'impugnazione, era consentito soltanto il ricorso per cassazione, non trova applicazione, in base al principio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1004 del 14 gennaio 2003
«Il principio secondo cui il ricorso in cassazione si converte in appello deve applicarsi, per eliminare una condizione di disparità di trattamento, a seguito dell'entrata in vigore della legge 19 aprile 2002, n. 72, non soltanto ai ricorsi per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41136 del 19 novembre 2001
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 593 comma terzo c.p.p., come modificato dall'art. 18 della legge 24 novembre 1999 n. 468 (il quale ha previsto, tra l'altro, la inappellabilità delle sentenze di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36354 del 9 ottobre 2001
«In tema di successione di leggi processuali nel tempo, l'organo giurisdizionale, competente per funzione a decidere dell'impugnazione della sentenza penale di condanna riguardante delitti (nella specie: diffamazione a mezzo stampa) per i quali sia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35182 del 27 settembre 2001
«In tema di successioni di leggi processuali nel tempo, l'organo giurisdizionale competente per funzione a decidere in sede di rinvio, in caso di annullamento della sentenza in unico grado di merito (nella specie: per la condanna alla sola pena...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 34844 del 26 settembre 2001
«In tema di successione di leggi processuali riguardanti le impugnazioni, in tutti quei casi in cui, al momento della proposizione dell'impugnazione, era consentito soltanto il ricorso per cassazione, non trova applicazione, in base al principio...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 30541 del 6 agosto 2001
«L'art. 18 della legge 21 novembre 1999 n. 468, il quale ha (temporaneamente) modificato l'art. 593, comma 3, c.p.p., nel senso di rendere inappellabili tutte le sentenze di condanna a sola pena pecuniaria e non più soltanto quelle di condanna alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27858 del 11 luglio 2001
«L'art. 13 legge 26 marzo 2001, n. 128 che, modificando l'art. 593 c.p.p., ha reso nuovamente appellabili le sentenze di condanna alla sola pena della multa, non si applica, in virtù del principio del tempus regit actum, ai ricorsi proposti prima...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27437 del 6 luglio 2001
«In applicazione del principio tempus regit actum, deve escludersi la proponibilità dell'appello avverso sentenza di condanna alla sola pena della multa qualora all'atto della presentazione del suddetto gravame fosse vigente l'art. 593, comma 3,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5063 del 6 febbraio 2001
«La limitazione dell'appello ai casi in cui la condanna comporta l'applicazione di pene detentive, secondo quanto stabilito dall'art. 593, comma 3, c.p.p., nella vigenza dell'art. 18 della legge 24 novembre 1999, n. 468, non si pone in contrasto né...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3058 del 4 settembre 2000
«In applicazione del principio tempus regit actum, da ritenersi valido, in materia processuale quando manchino norme transitorie che ad esso eventualmente deroghino, deve escludersi che possa attribuirsi effetto retroattivo alla nuova formulazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7329 del 22 giugno 2000
«La disposizione di cui all'art. 18 della legge 24 novembre 1999 n. 468, la quale, modificando l'art. 593, comma 3, c.p.p., ha reso inappellabili le sentenze di condanna relative a reati per i quali sia stata irrogata la sola pena pecuniaria, trova...»