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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3474 del 9 aprile 1999
«Nel caso in cui il convenuto, nel contestare la propria legittimazione, chiami in causa un terzo deducendo che il medesimo è il legittimato passivo, si verifica estensione automatica della domanda ad un terzo, onde il giudice può direttamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5174 del 10 giugno 1997
«L'adesione dell'attore all'indicazione del giudice territorialmente competente fatta dal convenuto comporta la cancellazione della causa dal ruolo solo in quanto la controversia non rientri fra quelle nelle quali a norma dell'art. 28 c.p.c. la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3415 del 7 giugno 1985
«In tema di competenza per territorio, l'adesione della controparte, ai sensi del terzo comma dell'art. 38 c.p.c., alla indicazione del giudice ritenuto competente dalla parte che ha eccepito l'incompetenza del giudice adito comporta che questi,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2915 del 9 giugno 1978
«Qualora il convenuto eccepisca tempestivamente l'incompetenza per territorio, indicando il giudice ritenuto competente, e l'attore aderisca a tale indicazione, il giudice adito deve dichiarare la propria incompetenza in favore del giudice indicato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4024 del 18 febbraio 2008
«In tema di competenza per territorio, se con la domanda è fatta valere un'obbligazione di pagamento di somma di denaro, che si assuma essere stata d'accordo tra le parti sostituita ad una precedente obbligazione di consegna cose mobili determinate...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5033 del 18 aprile 2000
«Sebbene, ai fini della determinazione della competenza per materia, si debba aver riguardo all'oggetto della domanda ed ai fatti posti a fondamento della stessa, senza che il giudice adito possa, al riguardo, compiere attività istruttoria, egli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9313 del 18 aprile 2007
«Non sussiste litispendenza tra una causa pendente in primo grado e un'altra definita con sentenza da un giudice di secondo grado, ancorché non siano decorsi i termini per impugnarla, sia perché, per la configurabilità della litispendenza, è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10943 del 11 maggio 2006
«In tema di litispendenza, nel caso in cui la stessa causa, in ragione di un'incertezza dell'indicazione dell'ufficio giudiziario adìto nella citazione e, quindi, della sua nullità, venga iscritta a ruolo avanti a due giudici diversi,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1626 del 26 gennaio 2006
«La litispendenza, che essendo rilevabile anche d'ufficio in ogni stato e grado del processo può essere pronunciata anche nel giudizio di cassazione, presuppone la contemporanea ed effettiva pendenza della stessa causa dinanzi a giudici diversi, e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14557 del 30 luglio 2004
«Il fenomeno della litispendenza e l'operatività del principio della prevenzione, di cui all'art. 39 c.p.c., sono configurabili con riferimento a procedimenti pendenti dinanzi a giudici parimenti muniti di competenza e non anche, pertanto, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1302 del 26 gennaio 2004
«La litispendenza è un rapporto tra due o più cause - e non tra più procedimenti - che consente di individuare il giudice competente in base al criterio della prevenzione, qualora tra esse vi sia identità di causa pretendi, di petitum ed esse...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13548 del 16 settembre 2002
«Ai fini dell'accertamento della litispendenza nel giudizio d'appello, deve prescindersi del tutto dalla valutazione circa la eventuale irritualità della riproposizione delle domande, in grado di appello, da parte di uno dei soggetti in lite.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3340 del 7 marzo 2001
«La parte che eccepisce la litispendenza ha l'onere di dimostrare non solo l'esistenza, ma anche la persistenza, fino all'udienza di discussione, pur nella fase di giudizio di legittimità, delle condizioni per l'applicabilità dell'art. 39 c.p.c....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11404 del 30 agosto 2000
«Il fenomeno della litispendenza e l'operatività del principio della prevenzione, di cui all'art. 39 c.p.c., sono configurabili con riferimento a procedimenti pendenti dinanzi ai giudici parimenti muniti di competenza e non anche, pertanto, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 398 del 16 gennaio 1999
«Il giudice successivamente adito, al fine di stabilire se sussista la litispendenza, deve fare riferimento alla situazione processuale esistente al momento della sua pronuncia e deve respingere la relativa eccezione ove a tale data il giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2064 del 10 marzo 1999
«Il principio del “ne bis in idem”, posto dall'art. 39 c.p.c., che è norma di ordine pubblico processuale, determina l'improcedibilità del processo che nasca dalla indebita reiterazione di controversia già in corso, imponendo la cancellazione dal...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 568 del 22 gennaio 1999
«La litispendenza è data dalla contemporanea pendenza di due cause identiche, oltre che nelle parti, anche nel petitum e nella causa petendi, e non già solo nelle questioni di diritto che debbono essere risolte dal giudice per pervenire alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9839 del 11 novembre 1996
«L'eccezione di litispendenza è ammissibile per la prima volta in sede di legittimità, ma va esaminata e decisa in base agli elementi di prova già acquisiti nel giudizio di merito, non essendo consentita nel giudizio di Cassazione la produzione di...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, ordinanza n. 8170 del 3 aprile 2013
«La sussistenza di un rapporto di continenza tra cause, in quanto oggetto di eccezione in senso lato, può essere rilevata anche di ufficio dal giudice, e deve, altresì, essere decisa con riguardo alla situazione processuale esistente al momento...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15905 del 13 luglio 2006
«Ai sensi dell'art. 39, secondo comma, c.p.c., il giudice che ravvisi la continenza tra una causa propostagli ed altra precedentemente instaurata dinanzi a un giudice diverso deve verificare la competenza (per materia, territorio, derogabile e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12995 del 6 settembre 2002
«La nozione di continenza di causa ai sensi dell'art. 39 c.p.c. comprende anche quelle situazioni caratterizzate dalla pendenza di cause in cui le questioni dedotte con la domanda, ed anche con le eccezioni, anteriormente proposte, e da risolvere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15193 del 24 novembre 2000
«Le norme dettate in tema di continenza dall'art. 39 c.p.c. non operano con riguardo a procedimenti pendenti dinanzi ad uffici giudiziari diversi e che si trovino l'uno in fase di gravame, l'altro in primo grado, in considerazione del carattere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5849 del 14 giugno 1999
«Anche quando trattisi di domande contrapposte che si ricollegano ad un medesimo rapporto giuridico, la continenza non sussiste quando nel giudizio avente un più ampio oggetto non sia esplicitamente od implicitamente contestata la pretesa fatta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11867 del 26 novembre 1997
«La disciplina dettata in tema di continenza dall'art. 39 c.p.c. non opera con riguardo a procedimenti pendenti in fase di gravame dinanzi a uffici giudiziari diversi, sia per il carattere funzionale della competenza del giudice di secondo grado,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2268 del 14 marzo 1997
«Il giudice che ravvisa la continenza tra una causa propostagli ed altra precedentemente instaurata dinanzi ad un giudice diverso (art. 39 secondo comma c.p.c.), deve verificare se sussiste la competenza di quest'ultimo limitatamente alla causa da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 671 del 22 gennaio 1997
«La continenza disciplinata dall'art. 39 c.p.c. presuppone la pendenza di due cause, di cui una continente, davanti a giudici diversi, per cui essa si pone come uno dei criteri di spostamento della competenza di una delle due cause. Quando, invece,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2803 del 23 marzo 1994
«Nella nozione di continenza di cause (in relazione alla quale il giudice successivamente adito deve verificare, ai sensi dell'art. 39, secondo comma, c.p.c., se la controversia propostagli rientri nella sua competenza o in quella del giudice adito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1963 del 26 febbraio 1994
«La continenza, come la litispendenza, presuppone la simultaneità dell'esercizio della funzione giurisdizionale da parte di giudici diversi in ordine allo stesso oggetto e fra le stesse parti, sicché non può essere configurata tra un procedimento...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, sentenza n. 6511 del 26 aprile 2012
«Nel caso di continenza tra una causa introdotta col rito ordinario ed una introdotta col rito monitorio, ai fini dell'individuazione del giudice preventivamente adìto, il giudizio introdotto con ricorso per decreto ingiuntivo deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24376 del 1 dicembre 2010
«Il giudice successivamente adito, al fine di stabilire se sussista la litispendenza, deve fare riferimento alla situazione processuale esistente al momento della sua pronuncia e deve respingere la relativa eccezione allorquando a tale data il...»