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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1848 del 21 gennaio 2004
«La disposizione di carattere eccezionale dell'art. 275, terzo comma, ult. parte c.p.p., secondo la quale per taluni delitti opera una presunzione semplice di sussistenza delle esigenze cautelari, non può essere intesa nei termini così rigidi da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35202 del 21 ottobre 2002
«È possibile, successivamente a una condanna, l'applicazione di una misura cautelare personale, in quanto la disposizione dell'art. 275, comma 1 bis, c.p.p., secondo la quale contestualmente a una sentenza di condanna l'esame delle esigenze...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31881 del 25 settembre 2002
«Ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione nei confronti di persone indiziate dell'appartenenza ad associazioni di tipo mafioso, l'accertamento della pericolosità del proposto non può essere condotto secondo la presunzione delineata dal...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 28094 del 23 luglio 2002
«In tema di misure cautelari, la particolare disciplina dettata dall'art. 275, comma 2 ter, c.p.p., nel testo introdotto dalla legge 26 marzo 2001, n. 128, per l'applicazione obbligatoria di misure cautelari (sussistendo le condizioni ivi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2711 del 21 aprile 2000
«I vizi del procedimento del riesame devono essere fatti valere nell'ambito del procedimento di riesame ovvero con ricorso per cassazione avverso il provvedimento del tribunale emesso ai sensi dell'art. 309 c.p.p. Invero il vizio del procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 238 del 5 aprile 2000
«In tema di misure cautelari personali applicate nei confronti di appartenenti ad associazioni mafiose, il riconoscimento, nel giudizio di merito, dell'attenuante di cui all'art. 8 del D.L. 1 maggio 1991, n. 152, convertito dalla L. 12 luglio 1991,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 296 del 5 aprile 2000
«Le condizioni di salute particolarmente gravi, che — di norma — precludono la custodia in carcere, non devono identificarsi con quelle patologie che, ancorché marcate, sono, per così dire, connaturali alla privazione della libertà personale, quali...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5790 del 14 gennaio 2000
«In tema di misure restrittive della libertà, non incide sulla valutazione di sussistenza delle esigenze cautelari, al momento della assunzione del provvedimento di custodia per reato associativo di stampo mafioso, la eventuale detenzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5612 del 2 dicembre 1999
«Non è viziata da contraddittorietà l'ordinanza coercitiva che ritenga la gravità indiziaria degli elementi relativi alla partecipazione di taluno all'associazione dedita al narcotraffico, ma non di quelli concernenti il suo inserimento nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5013 del 27 settembre 1999
«La presunzione di pericolosità dell'imputato e di adeguatezza esclusiva della custodia cautelare in carcere, di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p., non può trovare applicazione, nella parte in cui si riferisce a delitti aggravati dalla finalità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5679 del 18 gennaio 1999
«L'indagato ha interesse ad ottenere la scarcerazione, anche se solo parziale e puramente formale, per uno dei reati indicati nell'ordinanza cautelare, tutte le volte che, per effetto di tale provvedimento, pur non conseguendo la totale cessazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1219 del 4 aprile 1998
«La regola della devoluzione, propria del giudizio di appello nel processo di cognizione è applicabile anche all'appello nel procedimento de libertate. Ne consegue che al giudice della fase del gravame è precluso ogni esame dei punti della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4297 del 11 ottobre 1996
«Ai fini della presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 275, comma terzo, seconda parte, c.p.p., è irrilevante la circostanza che l'esistenza delle condizioni di cui all'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991 n. 152 non sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1415 del 7 giugno 1996
«Qualora il ruolo del singolo partecipante rivesta, in seno all'associazione di stampo mafioso, carattere di assoluta specificità e di esclusivo rilievo soggettivo e qualora solo in detto ruolo possa consistere il contributo partecipativo al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3722 del 27 novembre 1995
«Anche il concorso esterno in associazione di stampo mafioso rientra tra i reati per i quali, in ordine alle esigenze cautelari, l'art. 275 c.p.p. pone una presunzione di pericolosità: esso invero integra pur sempre una partecipazione nel reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2025 del 7 luglio 1995
«Il vigente codice di rito autorizza il giudice, nel corso del dibattimento, a trasmettere gli atti al pubblico ministero in due sole ipotesi: quando rilevi che non si è provveduto alla necessaria modificazione dell'imputazione (art. 521, comma 2);...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2238 del 4 luglio 1995
«In presenza di gravi indizi di colpevolezza per uno dei reati indicati dall'art. 275, comma terzo, c.p.p., la misura cautelare più grave deve essere comunque applicata, senza alcuna necessità di dimostrare la sussistenza delle esigenze cautelari,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2860 del 30 giugno 1995
«Per la scelta della misura cautelare, il legislatore, con il terzo comma dell'art. 275 c.p.p., presume l'esistenza delle esigenze cautelari di cui al precedente art. 274 in virtù del titolo di reato contestato. Tale presunzione è relativa e può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 760 del 22 aprile 1995
«Nell'ipotesi in cui gli effetti di un provvedimento, emesso in vigenza di diversa regolamentazione, siano tutt'ora pendenti al sopravvenire di una diversa normativa processuale, la situazione deve trovare regolamentazione nella nuova normativa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5054 del 6 febbraio 1995
«Il fatto che l'imputato si trovi in stato di detenzione per espiazione di pena relativa ad altro fatto non vale, di per sè, a escludere la sussistenza di qualsivoglia esigenza cautelare ed a vincere, quindi, quando si tratti di soggetto nei cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 572 del 11 marzo 1994
«L'art. 275, terzo comma c.p.p. stabilisce una presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari per i reati ivi previsti, che è iuris tantum e non de iure . Pertanto, il giudice che dispone la misura cautelare e quello del riesame sono tenuti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5220 del 1 febbraio 1993
«In tema di misure cautelari, se è vero che, in base al disposto di cui all'art. 275 comma terzo c.p.p., la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine a taluno dei delitti ivi indicati dà luogo alla presunzione che siano anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2074 del 14 ottobre 1992
«In tema di misure cautelari, il giudice ha la facoltà, con riferimento alla disposizione di cui all'art. 275, terzo comma, c.p.p., di acquisire elementi che consentano o meno di escludere la sussistenza delle esigenze cautelari. Tale indagine non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3154 del 2 settembre 1997
«Qualora, procedutosi per taluno dei reati relativamente ai quali l'art. 275, comma 3, c.p.p. prevede la presunzione di adeguatezza esclusiva della custodia cautelare, tale misura non sia stata, nondimeno, né richiesta né applicata, l'intervenuta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5577 del 11 dicembre 1995
«L'ordinanza che, prima della modifica dell'art. 275, comma 3, c.p.p. intervenuta con L. n. 352 del 1995, abbia ritenuto e motivato, al di là della presunzione legale di pericolosità allora vigente, la sussistenza delle esigenze cautelari, resiste...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2442 del 24 novembre 1995
«La modifica del comma 3 dell'art. 275 c.p.p., ad opera dell'art. 4, L. 8 agosto 1995, n. 332, che ha eliminato la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari per alcuni reati, non comporta alcuna conseguenza in ordine alla decisione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4551 del 23 novembre 1995
«La disposizione contenuta nell'art. 5 della L. 8 agosto 1995, n. 332, che ha eliminato la presunzione di pericolosità in ordine a taluni dei reati per i quali essa era già prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p., è applicabile ai procedimenti in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4479 del 23 novembre 1995
«Ai fini della decisione del ricorso per cassazione proposto nei confronti di un provvedimento emesso prima dell'entrata in vigore della L. 8 agosto 1995, n. 332, occorre fare riferimento alle disposizioni vigenti al momento dell'adozione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 568 del 16 marzo 1994
«La legge con la quale è stato modificato il disposto dell'art. 275, terzo comma, c.p.p. è legge processuale e non di carattere sostanziale e, quindi, in relazione alla stessa, trova applicazione il principio tempus regit actum , che ne rende...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 127 del 17 febbraio 1994
«Le misure cautelari sono disciplinate dalle norme vigenti al momento della loro attuazione e non da quelle vigenti al momento in cui il reato è stato commesso.»