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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4125 del 21 aprile 1999
«In tema di patteggiamento in appello, la richiesta concordata tra difesa e pubblico ministero in ordine alla misura finale della pena vincola il giudice nella sua integrità, in quanto la richiesta accolta deve essere basata, oltre che sulla esatta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2023 del 28 luglio 1998
«Qualora il giudice dell'appello ritenga di non accogliere la richiesta concordata tra difesa e pubblico ministero in punto di pena con rinunzia agli altri motivi, ai sensi degli artt. 599, comma quarto, e 602, comma secondo, c.p.p., non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2689 del 13 giugno 1998
«L'accordo sulla pena in appello tra le parti che, a norma dell'art. 599 c.p.p., rinuncino agli altri motivi, comporta il passaggio in giudicato della sentenza in tema di responsabilità, senza che in alcun modo la decisione possa connotarsi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1760 del 17 aprile 1998
«L'istituto del c.d. «patteggiamento in appello» disciplinato dagli artt. 599, comma quarto, e 602, comma secondo, c.p.p. che consente — previa rinunzia contestuale dell'imputato a tutti gli altri motivi di appello sulle questioni di merito, ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4946 del 21 aprile 2000
«Alla rinuncia ai motivi di appello ai sensi dell'art. 599 c.p.p. consegue la inammissibilità del ricorso per cassazione fondato sulla riproposizione degli stessi motivi che sono stati oggetto del patteggiamento in appello. (Nella specie la Corte...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6879 del 14 luglio 1997
«In sede di definizione del procedimento mediante il c.d. patteggiamento in appello, il giudice di appello non può esercitare il potere di applicare d'ufficio, con la sentenza, la sospensione condizionale della pena, la non menzione della condanna,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 582 del 7 marzo 1996
«La rinuncia ai motivi di merito e l'accordo raggiunto, ai sensi dell'art. 599 c.p.p., con il P.G. sulla riduzione della pena, configurano una sostanziale rinuncia dell'imputato a difendersi sul merito dell'accusa, il che equivale ad una forma...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4123 del 28 gennaio 2015
«Non viola il principio di devoluzione, il giudice di appello che, nell'esaminare il motivo di gravame dedotto dall'imputato relativo all'attendibilità della persona offesa, riconosca a quest'ultima, pur in assenza sul punto di specifica...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2884 del 22 gennaio 2015
«Il giudice di appello può procedere alla riqualificazione giuridica del fatto nel rispetto del principio del giusto processo previsto dall'art. 6 CEDU, come interpretato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, anche senza disporre una...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27495 del 18 giugno 2004
«In tema di reato continuato, il giudizio di bilanciamento ex art. 69 c.p. va instaurato solo tra le circostanze aggravanti e le circostanze attenuanti relative al reato-base, cioè a quello ritenuto in concreto più grave, mentre delle circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15461 del 1 aprile 2004
«In tema di giudizio di impugnazione, la disposizione di cui all'art. 597 primo comma c.p.p. va interpretata nel senso che esso attribuisce gli stessi poteri del primo giudice al giudice di appello: con la conseguenza che questi — fermo restando il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33063 del 5 agosto 2003
«Il giudice di appello, se accerta che il fatto è diverso da quello contestato, non potendo decidere in ordine allo stesso perché altrimenti sottrarrebbe all'imputato un grado di giudizio e ne violerebbe conseguentemente in maniera irreparabile il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8982 del 25 febbraio 2003
«In tema di impugnazioni avverso i provvedimenti cautelari personali (art. 310 c.p.p.), il tribunale, quale giudice di appello dei provvedimenti in materia di libertà personale, è tenuto a pronunciarsi unicamente con le formule conclusive proprie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41126 del 19 novembre 2001
«In tema di cognizione del giudice di appello, pur essendo previsto che la sospensione condizionale della pena possa essere concessa di ufficio, nessun obbligo di motivazione è stabilito a carico del giudice di secondo grado; ne consegue che il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5868 del 19 maggio 2000
«Il giudice di appello, investito di una impugnazione tempestivamente prodotta relativa all'attribuzione di responsabilità, ha il potere, anche se a ciò non espressamente sollecitato, di dare al fatto una diversa qualificazione giuridica, ritenendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10251 del 27 agosto 1999
«Il divieto della reformatio in peius è un principio di portata generale che opera anche nel giudizio di rinvio; qualora la sentenza di appello sia stata annullata per ragioni esclusivamente processuali tale divieto deve essere rispettato solo in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4672 del 30 novembre 1994
«Allorché il giudice d'appello non rilevi diversità tra i fatti per cui è intervenuta condanna e quelli descritti nel decreto di citazione a giudizio, bensì diversità tra i fatti risultanti dagli atti e quelli ritenuti sussistenti dal giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7801 del 18 agosto 1993
«In caso di appello del pubblico ministero che chieda la condanna per tentato omicidio in luogo del riconosciuto delitto di lesioni volontarie, non viola il principio tantum devolutum quantum appellatum il giudice che ritenga sussistente il delitto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11311 del 25 novembre 1992
«Il giudice di appello non ha poteri di cognizione e di decisione più ampi di quelli del giudice di primo grado, secondo il dettato dell'art. 597. Ne deriva che per ripristinare il corso ordinario del procedimento per decreto allorquando il Gip,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5980 del 30 maggio 1991
«L'effetto devolutivo dell'appello non impedisce il riesame e la decisione delle questioni necessariamente connesse ai motivi espressamente formulati, ma tale principio non può trovare applicazione nei rapporti tra il motivo esplicito riflettente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40981 del 2 ottobre 2014
«Ai fini dell'individuazione dell'ambito di cognizione attribuito al giudice di secondo grado dall'art. 597, comma primo, cod. proc. pen., per punto della decisione deve ritenersi quella statuizione della sentenza che può essere considerata in modo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2390 del 12 marzo 1997
«Ai fini della individuazione dell'ambito di cognizione attribuito al giudice di secondo grado — limitato, in forza del primo comma dell'art. 597 c.p.p., «ai punti della decisione ai quali si riferiscono i motivi proposti» — per punto della...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 4 gennaio 1996
«La caducazione automatica della misura cautelare conseguente a declaratoria d'incompetenza si verifica e ha ragion d'essere solo quando, a seguito di tale declaratoria, il giudice che deve emettere il nuovo provvedimento è diverso da quello...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27460 del 24 giugno 2014
«Non sussiste la violazione del divieto di "reformatio in peius" qualora, ancorché sia proposta impugnazione da parte del solo imputato, il giudice di appello, senza aggravare la pena inflitta, attribuisca al fatto una diversa e più grave...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15892 del 9 aprile 2014
«Incorre nella violazione del divieto della "reformatio in pejus" il giudice di appello che, in assenza di impugnazione del pubblico ministero, applichi all'imputato una misura di sicurezza personale, quando nessuna misura di sicurezza sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12363 del 17 marzo 2014
«Nel giudizio di appello instaurato a seguito di impugnazione del solo imputato, viola il divieto di "reformatio in peius", il giudice che, assolvendo il giudicabile da uno dei reati a lui ascritti in continuazione, non elimina dal cumulo delle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39837 del 25 settembre 2013
«Nel giudizio di appello instaurato a seguito di impugnazione del solo imputato, viola il divieto della reformatio in peius, il giudice che, in ipotesi di reato continuato, assolva l'imputato dalla violazione ritenuta più grave in primo grado e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 33752 del 2 agosto 2013
«Il giudice di appello, dopo aver escluso una circostanza aggravante o riconosciuto un'ulteriore circostanza attenuante in accoglimento dei motivi proposti dall'imputato, può, senza incorrere nel divieto di "reformatio in peius", confermare la pena...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4162 del 28 gennaio 2013
«Nel giudizio di rinvio a seguito di annullamento della sola condanna per il reato più grave, il giudice non è vincolato nella determinazione della pena per il reato residuo, meno grave, alla quantità di pena già individuata quale aumento "ex" art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15648 del 20 aprile 2011
«È illegittima, per contrasto col divieto di "reformatio in peius", l'ordinanza del giudice d'appello che, in assenza di impugnazione dell'imputato, proceda a correggere la pena irrogata nel dispositivo della sentenza di primo grado aumentandola...»