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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6926 del 11 giugno 1992
«La norma di cui all'art. 443 c.p., che sanziona la detenzione di medicinali guasti o imperfetti, stabilisce una presunzione iuris et de iure di pericolosità di detti farmaci, per cui non occorre alcuna prova in concreto della loro pericolosità....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1707 del 8 febbraio 1989
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 443 c.p., è sufficiente la violazione delle norme che prevedono una scadenza nella commerciabilità dei farmaci (nella specie, della circolare 7 marzo 1983, n. 27 del Ministero della sanità),...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6862 del 3 luglio 1986
«In virtù della disciplina normativa vigente, deve ritenersi «imperfetto» il medicinale che viene posto in commercio alterato nella data di scadenza del periodo di validità cioè in uno dei dati già assoggettati a registrazione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7381 del 11 giugno 1980
«Ricorre la qualificazione giuridica del delitto di commercio o somministrazione di medicinali guasti, quando si detengono, si pongono in commercio o si somministrano sostanze medicinali guaste, cioè corrotte o deteriorate per cause naturali, o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5415 del 28 aprile 1999
«I medicinali veterinari, ai fini delle norme poste a presidio della salute pubblica e, in particolare, dell'art. 443 c.p., vengono in rilievo soltanto quando siano destinati a identificare, prevenire o curare patologie trasmissibili all'uomo o,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7738 del 7 agosto 1996
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 443 c.p. — commercio o somministrazione di medicinali guasti — deve essere inteso per medicinale qualsiasi sostanza o composizione presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2197 del 29 febbraio 1996
«La norma incriminatrice contenuta nell'art. 443 c.p. (commercio o somministrazione di medicinali guasti), riguarda soltanto chi detiene per il commercio, pone in commercio o somministra medicinali guasti o imperfetti. Ne consegue che non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4140 del 14 aprile 1995
«L'art. 443 c.p. punisce «chi detiene per il commercio, pone in commercio o somministra medicinali guasti o imperfetti», cosicché, dinanzi a tale inequivoco elemento testuale, non può assimilarsi alla detenzione per il commercio la detenzione per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27923 del 21 giugno 2004
«La condotta descritta dall'art. 443 c.p., e cioè il commercio o la somministrazione di medicinali guasti, mira ad impedire l'utilizzazione a scopo terapeutico di medicinali imperfetti e sanziona ogni condotta che renda probabile o possibile la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 30113 del 17 luglio 2003
«L'elemento psicologico del reato di cui all'art. 443 c.p. è costituito dal dolo generico e consiste nella consapevole detenzione per il commercio di medicinali scaduti o imperfetti e la sua individuazione deve avvenire attraverso indici esterni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2785 del 5 marzo 1994
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 443 c.p. (Commercio o somministrazione di medicinali guasti), l'elemento della detenzione per il commercio si concretizza ogni qualvolta il medicinale irregolare si trovi nei locali...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12367 del 14 settembre 1990
«L'interesse tutelato dalla norma di cui all'art. 437 c.p. (rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro) è quello della pubblica incolumità, sempre, qualora, dal comportamento dell'agente, attivo od omissivo che sia, possa...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10812 del 1 agosto 1989
«Per verificarsi l'ipotesi delittuosa descritta dall'art. 437 c.p. è necessario che l'omissione, la rimozione o il danneggiamento dolosi degli impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire infortuni sul lavoro si inserisca in un contesto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6638 del 16 luglio 1984
«Il reato di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni mira a tutelare le persone inserite nell'ambiente lavorativo ed, in genere, tutti coloro che, per assolvere i compiti ad essi connessi, debbono recarsi sul luogo ove sussista la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6393 del 20 febbraio 2006
«Nel reato di cui all'art. 437 c.p. il pericolo derivante dalla rimozione od omissione di apparecchi destinati a prevenire infortuni sul lavoro deve avere il carattere della diffusività, nel senso che l'insufficienza deve avere l'attitudine di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8054 del 7 luglio 1998
«Il mancato impiego degli apparati infortunistici prescritti dalla legge è sufficiente a realizzare il reato di omissione o rimozione dolosa di cautele contro infortuni, prevista dall'art. 437 c.p., atteso che trattasi di reato di pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 350 del 14 gennaio 1999
«Per la configurazione del delitto previsto dall'art. 437 c.p., occorre che la rimozione od omissione di cautele abbia posto in pericolo la pubblica incolumità e che l'agente abbia tenuto la condotta vietata nonostante la consapevolezza di tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4503 del 15 maggio 1984
«Le contravvenzioni alle norme antinfortunistiche si differenziano dal reato di cui all'art. 437 c.p. (rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro) per la diversa obiettività giuridica, l'incolumità pubblica, e per la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12691 del 7 ottobre 1977
«Le norme contenute nelle leggi speciali dirette alla prevenzione degli infortuni sul lavoro non hanno, espressamente o implicitamente, abrogato l'art. 437 c.p. né sono in rapporto di specialità con le disposizioni di quest'ultimo. Infatti, per la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3778 del 28 marzo 1987
«Il delitto di cui all'art. 444 c.p. va inquadrato nella categoria dei reati di pericolo concreto nel senso che per la sussistenza dell'ipotesi criminosa è necessario che le sostanze alimentari abbiano idoneità ad esporre effettivamente a pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11500 del 22 marzo 2011
«L'integrazione della fattispecie criminosa di commercio di sostanze alimentari nocive richiede che le sostanze destinate all'alimentazione siano già potenzialmente e concretamente nocive al momento della vendita o della detenzione per la vendita,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26518 del 2 luglio 2008
«È configurabile il concorso tra il reato di messa in commercio di sostanze alimentari nocive e quello di messa abusiva in commercio di sostanze dopanti, in quanto si tratta di fattispecie poste a tutela di beni giuridici diversi.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6930 del 11 giugno 1992
«Il delitto di cui all'art. 444 c.p. va inquadrato nella categoria dei reati di pericolo concreto, nel senso che le sostanze alimentari abbiano idoneità ad esporre effettivamente a pericolo la salute pubblica; la pericolosità degli alimenti, cioè...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1189 del 17 maggio 1990
«Il differimento della pena per grave infermità fisica può esser chiesto da condannato non ancora assoggettato all'esecuzione della pena ed anche se non si sia ancora provveduto all'emissione dell'ordine di carcerazione; è, infatti, interesse del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16492 del 27 novembre 1989
«Il reato di cui all'art. 444 c.p. rientra nella categoria dei reati di pericolo, per cui è sufficiente l'esposizione a pericolo del bene tutelato. Non è richiesta quindi la sussistenza di atti effettivi di commercio della merce nociva, destinata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6224 del 26 giugno 1986
«Il delitto previsto dall'art. 444 c.p. è un reato di mero pericolo, ma non di pericolo presunto, per cui la sua sussistenza va accertata caso per caso. Ne consegue che nel caso di raccolta di molluschi in acque non ancora classificate e quindi da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1367 del 26 novembre 1996
«In tema di commercio di sostanze alimentari nocive, il rapporto fra gli artt. 444 e 452 c.p. e il decreto del Ministro della Sanità 9 dicembre 1993, che fissa il limite massimo di mercurio tollerabile nei prodotti ittici, va risolto alla luce del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19107 del 30 maggio 2006
«La fattispecie di cui all'art. 444 c.p. è norma penale in bianco, rivestita di contenuti in base a norme extrapenali integratrici del precetto penale, che possono essere emanate anche da autorità amministrative o sovranazionali, le quali dettano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1430 del 15 febbraio 1997
«In tema di delitti contro l'incolumità pubblica, nel caso di importazione nel territorio della Repubblica di prodotti alimentari nocivi, deve ritenersi sussistente la responsabilità penale dell'importatore, in relazione al reato di cui agli artt....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9823 del 22 settembre 1995
«Il reato di cui all'art. 21 comma 1 del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236, ipotizzabile a carico di chi fornisce al consumo umano acque non potabili, ha natura sussidiaria rispetto ad altri reati più gravi eventualmente configurabili, integrando un...»