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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9730 del 16 novembre 1983
«Ai fini della sussistenza dell'elemento materiale del reato di maltrattamento di animali, di cui all'art. 727, primo comma, c.p., sono necessari atti concreti di crudeltà, e cioè una determinata azione che infligga all'animale una grave sofferenza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6415 del 21 febbraio 2006
«Il reato di cui all'art. 727 c.p., detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, può essere commesso non soltanto dal proprietario degli animali, ma da chiunque li detenga anche occasionalmente. (In applicazione di tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9905 del 4 agosto 1999
«In tema di maltrattamento di animali, mentre l'ipotesi dell'«incrudelimento» può ragionevolmente essere ritenuta configurabile solo in presenza del dolo (poiché la crudeltà consiste in un comportamento umano cosciente e volontario), quella della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34095 del 12 ottobre 2006
«L'ANPA — associazione che ha come scopo statutario la tutela degli animali — è legittimata a ricevere l'avviso ex art. 408, comma secondo, c.p.p., poiché va considerata persona offesa dai delitti contro il sentimento degli animali e dalla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36059 del 8 settembre 2004
«In tema di maltrattamenti di animali, seppure la ratio dell'incriminazione di cui all'art. 727 c.p. è l'esigenza di tutelare il sentimento di comune pietà verso gli animali e di promuovere l'educazione civile, la qualifica di persona offesa dal...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 41742 del 30 ottobre 2009
«Il reato contravvenzionale di abbandono di animali, come modificato dalla L. 20 luglio 2004, n. 189, concorre con i reati contravvenzionali previsti dall'art. 30 della L. 11 febbraio 1992, n. 157. (In motivazione la Corte ha precisato che il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8890 del 25 giugno 1999
«La L. 11 febbraio 1992, n. 157 (Protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) non esaurisce la tutela della fauna in quanto i limiti alle pratiche venatorie sono posti anche dall'art. 727 c.p., che modificato della L. 22...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10674 del 10 dicembre 1996
«La condotta venatoria, anche quando sia consentita, non può comportare sofferenze per gli animali, ove si esplichi con modalità non compatibili con la loro natura e con le loro caratteristiche etologiche. Pertanto, l'uso di uccelli vivi privati...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11962 del 6 dicembre 1995
«Un comportamento venatorio consentito dalla L. 11 febbraio 1992, n. 157 non può integrare gli estremi del reato di maltrattamento di animali di cui all'art. 727 c.p., anche se è idoneo a cagionare sofferenze agli stessi, poiché il fatto è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3105 del 24 marzo 1998
«In tema di fallimento, qualora una persona fisica sia socio (illimitatamente responsabile) di più società operanti in luoghi diversi, il conflitto di competenza eventualmente insorto in relazione alla dichiarazione di fallimento della persona...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8413 del 21 giugno 2000
«Ha natura di sentenza ed è impugnabile con il regolamento necessario di competenza ex art. 42 c.p.c. la pronuncia, anche se contenuta in un provvedimento diverso dalla sentenza, con la quale il tribunale fallimentare, a seguito dell'individuazione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4049 del 4 luglio 1985
«Il difetto di giurisdizione del giudice italiano, in ordine alla istanza di fallimento di una società con sede all'estero e priva di stabile rappresentanza in Italia, non può essere escluso in relazione al fatto che la società medesima abbia...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3796 del 14 giugno 1980
«Qualora, nel corso del giudizio di opposizione avverso la dichiarazione di fallimento, il fallito chieda l'estensione della procedura concorsuale ad una società con sede nella Repubblica francese, tale domanda, da intendersi come istanza per...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 879 del 6 febbraio 1984
«La disciplina fissata dalla Convenzione italo — francese del 3 giugno 1930 sulla esecuzione delle sentenze civili e commerciali, resa esecutiva in Italia con legge 7 gennaio 1932 n. 45, e tuttora in vigore in materia fallimentare, ed, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17983 del 9 settembre 2005
«Ai fini della individuazione della competenza territoriale dell'ufficio giudiziario cui spetta dichiarare il fallimento di una società di capitali, il cui trasferimento di sede all'interno del territorio dello Stato si assuma reale e non fittizio,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13316 del 31 maggio 2010
«La risoluzione del conflitto positivo di competenza (territoriale) tra due tribunali fallimentari e la conseguente individuazione, quale giudice competente, di un tribunale diverso da quello che per primo ha dichiarato il fallimento, non comporta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2208 del 3 marzo 1995
«L'art. 699, comma 2, c.p. contempla una fattispecie autonoma di reato e non una circostanza aggravante della previsione di cui al comma 1, onde rispetto ad essa non è ammesso alcun giudizio di comparazione tra circostanze di opposto segno.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1749 del 17 febbraio 1987
«L'art. 699 c.p. è rimasto in vigore per il porto senza licenza di armi comuni da sparo fuori della propria abitazione, ma non in luogo pubblico o aperto al pubblico; per il porto d'armi bianche proprie; per il porto d'arma comune da sparo, con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1690 del 14 febbraio 1979
«L'art. 7 della legge 2 ottobre 1967, n. 895, dispone semplicemente l'aggravamento della pena prevista dall'art. 699 c.p. per il porto d'arma senza licenza, e non modifica in null'altro la fisionomia dell'illecito, che ha e conserva natura...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5853 del 19 maggio 1978
«Il concetto di «porto» di un'arma — posto in relazione con l'interesse tutelato dalla norma di cui all'art. 699 del codice penale e con il divieto da essa imposto — altro non è che quello di avere con sé un'arma in modo ed in condizione di poterla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2055 del 23 febbraio 1978
«L'art. 7 della legge 2 ottobre 1967, n. 895, nel raddoppiare le pene previste dal codice penale in tema di contravvenzione alle norme concernenti le armi e nello stabilire che in ogni caso l'arresto non può essere inferiore a quindici giorni [ora...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17812 del 28 dicembre 1989
«Il criterio distintivo fra porto e trasporto di arma non è di carattere obiettivo e va ravvisato nella possibilità o meno di utilizzazione immediata della stessa. È, pertanto, configurabile il reato di porto illegale di arma quando questa, pur non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9560 del 23 settembre 1986
«È configurabile il reato di porto illegale di arma, quando quest'ultima, pur non essendo addosso al soggetto, si trovi tuttavia nella sua pronta disponibilità per un uso quasi immediato. Sussiste invece l'ipotesi del trasporto d'arma, allorché la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10696 del 7 marzo 2013
«Il porto ingiustificato fuori dalla propria abitazione o dalle appartenenze di essa di un coltello marca "Opinel" non integra la contravvenzione di cui all'art. 699 c.p. ma quella prevista dall'art. 4, comma secondo, L. n. 110 del 1975,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10431 del 17 novembre 1997
«In tema di elemento soggettivo del reato, il crescente livello della volontà dolosa va dal dolo eventuale, caratterizzato dalla sola accettazione del rischio dell'evento, al dolo diretto, che sussiste nel caso in cui l'evento è accettato perché...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8539 del 17 settembre 1993
«In materia di porto di armi comuni da sparo, l'ipotesi «residuale» tra la originaria prescrizione dell'art. 699 c.p. (concernente il porto «fuori della propria abitazione o della appartenenza di essa») e quella di cui all'art. 10, L. 14 ottobre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5205 del 28 aprile 1987
«Ai fini della sussistenza del reato di porto abusivo di armi le «roulottes» ed i «campers» non possono essere assimilati all'abitazione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3865 del 1 aprile 1987
«Deve ritenersi insussistente il reato di porto abusivo di armi, di cui all'art. 699 c.p., nel caso in cui la roulotte, nella quale esse siano detenute, sia l'unica abitazione dell'imputato. Tale precipua destinazione del mezzo ruotato non viene...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1730 del 8 febbraio 1989
«Al fine di escludere la qualificazione di arma è necessario che questa risulti totalmente ed assolutamente inefficiente, giacché soltanto in questo caso viene a mancare quella situazione di pericolo per l'ordine pubblico e per la pubblica...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 950 del 30 gennaio 1987
«Perché si possa escludere ad un oggetto la qualifica di «arma» e, quindi, disapplicare la relativa normativa urgente, è necessario che lo stesso oggetto (pistola, fucile ecc.) sia totalmente ed assolutamente inefficiente, giacché soltanto in...»