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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12847 del 29 marzo 2007
«Il reato di calunnia concorre con quello di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale nella propria identità (art. 495 comma terzo n. 2 c.p.), qualora il soggetto, nell'ambito di un procedimento penale a suo carico, dichiari all'autorità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 696 del 17 gennaio 2005
«In tema di calunnia, è irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la circostanza che nella denuncia presentata non sia stato accusato alcun soggetto determinato quando il destinatario dell'accusa sia implicitamente ma agevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47863 del 15 dicembre 2003
«Ai fini della contestazione di una circostanza aggravante non è indispensabile una formula specifica espressa con sua enunciazione letterale, né l'indicazione della disposizione di legge che la prevede, essendo sufficiente che, conformemente al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 59 del 2 gennaio 2014
«La circostanza aggravante dei motivi futili sussiste quando la determinazione criminosa sia stata causata da uno stimolo esterno così lieve, banale e sproporzionato rispetto alla gravità del reato, da apparire, secondo il comune modo di sentire,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19700 del 19 maggio 2011
«Non è configurabile la circostanza aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p. in relazione al reato di lesioni personali lievi commesso in attuazione della condotta propria del delitto di maltrattamenti in famiglia, atteso che il nesso teleologico...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6587 del 18 febbraio 2010
«Non sussiste alcuna incompatibilità tra la circostanza aggravante prevista dall'art. 61 n. 11 c.p. (abuso di autorità o di particolari relazioni) e quella specifica di cui all'art. 577 n. 1 dello stesso codice (abuso del rapporto di paternità),...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16968 del 22 aprile 2009
«Non ricorre la circostanza aggravante del motivo abietto in relazione all'omicidio commesso da un omosessuale in danno di un soggetto del quale egli si era innamorato, venendone respinto. Deve infatti escludersi che il concetto di "abietto" possa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1797 del 14 gennaio 2008
«Allorché sia stata contestata la circostanza aggravante dei motivi abietti, con la precisazione che questi sono consistiti nel fatto di avere agito al fine di agevolare l'attività di un sodalizio mafioso, si ha piena identificazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35368 del 23 ottobre 2006
«Deve escludersi la sussistenza dell'aggravante dei motivi abietti nel caso in cui il reato di lesioni o maltrattamenti sia compiuto per ragioni di pura gelosia che, collegata ad un sia pure abnorme desiderio di vita in comune, non è, da sola,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32006 del 28 settembre 2006
«La circostanza aggravante di aver adoperato sevizie o di aver agito con crudeltà verso la persona ricorre quando le modalità della condotta esecutiva di un delitto rendono evidente la volontà di infliggere alla vittima un patimento ulteriore...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5448 del 13 febbraio 2006
«In tema di circostanze aggravanti comuni, per motivo abietto si intende quello turpe, ignobile, che rivela nell'agente un grado tale di perversità da destare un profondo senso di ripugnanza in ogni persona di media moralità, nonché quello...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44624 del 17 novembre 2004
«Sussiste la circostanza aggravante dell'avere agito per un motivo abietto (art. 61, n. 1, c.p.) relativamente ad un reato commesso, in un contesto di criminalità organizzata, al fine di conseguire il controllo incontrastato su una determinata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12473 del 29 marzo 2002
«Sussiste la circostanza aggravante dei futili motivi (art. 61, n. 1 c.p.) allorché la spinta al delitto di omicidio ha origine da un reato (nella specie cessione di sostanza stupefacente) e si configura espressione di un sentimento spregevole e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10414 del 12 marzo 2002
«La circostanza aggravante del fatto commesso per motivi abietti, delineata all'art. 61, n. 1 c.p., è integrata quando il proposito di vendetta — che per sé solo non suscita nei consociati il senso di ripugnanza e disprezzo che caratterizza la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2884 del 9 marzo 2000
«Il fine del conseguimento di un incontrastato controllo criminale su un determinato territorio, in vista dello sfruttamento illecito dello stesso attraverso ulteriori attività delinquenziali di tipo mafioso, ben può essere ritenuto, nei congrui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4819 del 16 aprile 1999
«Il motivo è futile quando la spinta al reato manca di quel minimo di consistenza che la coscienza collettiva esige per operare un collegamento accettabile sul piano logico con l'azione commessa. La futilità, così intesa, appartiene, dunque, alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9590 del 25 ottobre 1997
«Alla luce del comune sentire nell'attuale momento storico che attribuisce sempre maggiore rilevanza alla libertà di autodeterminazione, deve ravvisarsi la sussistenza dell'aggravante dei motivi abietti nel caso in cui un omicidio sia compiuto non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13546 del 30 marzo 2015
«Sussiste l'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 cod. pen. nell'ipotesi in cui si verifichino delle lesioni nello esplicarsi della violenza posta in essere per commettere il reato di cui all'art. 393 cod. pen. e finalizzata a cagionare l'evento delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23827 del 31 maggio 2013
«Non è configurabile la circostanza aggravante di cui all'art. 61 n. 2 cod. pen. in relazione al reato di lesioni personali lievi commesso in attuazione della condotta propria del delitto di maltrattamenti in famiglia, atteso che il nesso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8892 del 7 marzo 2011
«La circostanza aggravante del nesso teleologico (art. 61, n. 2, c.p.) non è configurabile in relazione al reato di lesioni personali che sia stato commesso - unitamente ad altri fatti lesivi dell'integrità fisica e morale del soggetto passivo - in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16952 del 4 maggio 2010
«Sussiste la circostanza aggravante del nesso teleologico (art. 61, comma primo, n. 2 c.p.) nel caso in cui sia provocata una lesione per procurarsi l'impunità a seguito del tentativo di impossessamento di cosa mobile altrui. (In applicazione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26702 del 1 luglio 2009
«L'aggravante del nesso teleologico (art. 61 n. 2 c.p.) è compatibile con il dolo d'impeto, in quanto l'ideazione e l'esecuzione del reato mezzo e del reato fine possono coincidere, mantenendo il collegamento strumentale e funzionale tra i due...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 31038 del 24 luglio 2008
«La circostanza aggravante del c.d. nesso teleologico non può trovare applicazione se il fatto oggetto della proiezione finalistica non è più previsto dalla legge come reato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42371 del 28 dicembre 2006
«In applicazione del principio di specialità, l'aggravante teleologica di cui all'art. 61 n. 2 c.p., di natura soggettiva in quanto applicabile a carico di chi commette un delitto allo scopo di realizzare un ulteriore delitto, o di occultarlo, o di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23176 del 17 maggio 2004
«Concorre nel delitto di falso ideologico in atto pubblico, proprio del pubblico ufficiale, anche il privato che abbia agito per il medesimo fine, sia intervenendo all'atto, sia istigando il pubblico ufficiale o rafforzandone il proposito delittuoso.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36971 del 26 settembre 2003
«La circostanza aggravante del nesso teleologico, prevista dall'art. 61 n. 2 c.p., è configurabile anche quando il reato-fine sia perseguibile a querela di parte e questa non sia stata presentata, essendo irrilevante l'applicazione di una causa di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32688 del 1 agosto 2003
«L'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p. intende punire la maggiore intensità della condotta delittuosa posta in essere dall'imputato, il quale pur di pervenire alla consumazione del reato-fine non arretra nemmeno di fronte all'eventualità di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12707 del 18 marzo 2003
«L'aggravante del nesso teleologico, prevista dall'art. 61 n. 2 c.p., può essere ritenuta, in applicazione dell'art. 2, comma 2, c.p.p., anche se il reato fine viene giudicato separatamente. (Fattispecie relativa al delitto di falso, per aver...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11497 del 10 novembre 2000
«L'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p., concernendo l'elemento intenzionale del reato, ha natura soggettiva, e pertanto si applica per il solo fatto che l'agente commetta un reato allo scopo di eseguirne (occultarne o conseguire il profitto di)...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5900 del 6 febbraio 1998
«Ai fini del riconoscimento del vincolo della continuazione fra episodi per i quali siano stati emanati diversi provvedimenti applicativi di misure cautelari, in relazione al disposto di cui all'art. 297, comma 3, c.p.p., può attribuirsi rilevanza...»