Cassazione penale Sez. I sentenza n. 47880 del 22 dicembre 2011

(2 massime)

(massima n. 1)

I caratteri della fermezza e dell'irrevocabilitą della risoluzione criminosa, necessari per la configurazione dell'aggravante della premeditazione, non ricorrono nel caso in cui, pur essendovi stata accurata programmazione di un'azione letale, muti l'oggetto della stessa, venendo di fatto l'azione impulsivamente rivolta contro persona diversa da quella cui si rivolgeva l'ideazione criminosa, investita da un accesso d'ira per essersi posta come ostacolo imprevisto rispetto all'intento originario.

(massima n. 2)

Non ricorre la circostanza aggravante dei motivi futili nel caso in cui l'agente, per un errato apprezzamento della situazione di fatto, fondato su una falsa ma ragionevole e non pretestuosa rappresentazione della realtą, ritenga di agire per un movente che non sarebbe obiettivamente futile, se l'errore non si fosse verificato.

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