Cassazione civile Sez. III sentenza n. 12085 del 28 novembre 1998

(2 massime)

(massima n. 1)

Il concetto di rinnovamento delle attivitā abbisognevoli di riparazione, cui si riferisce l'art. 1005 c.c. in tema di ripartizione delle spese relative alla cosa oggetto di usufrutto, č ben diverso dal concetto di innovazione cui si riferiscono, in tema di condominio negli edifici, gli artt. 1120 e 1121 c.c. Il primo concetto va posto in relazione ad opere che comportano la sostituzione di entitā preesistenti, ma ormai inefficienti con altre pienamente efficienti. Il secondo riguarda, invece, opere che importano un mutamento della cosa nella forma e nella sostanza, con aggiunta di entitā non preesistenti o trasformazione di alcuna di quelle preesistenti.

(massima n. 2)

L'obbligo del locatore di mantenere la cosa locata in stato da servire all'uso convenuto (art. 1575 n. 2 c.c.) consiste nel provvedere a tutte le riparazioni necessarie a conservare la cosa nello stato in cui si trovava al momento della conclusione del contratto in relazione alla destinazione considerata. Il locatore non č tenuto, invece, a compiere quelle successive modificazioni e trasformazioni, non previste dal contratto, che ineriscono alla idoneitā specifica dell'immobile all'esercizio di una determinata attivitā industriale o commerciale per la quale č stato locato, in relazione a successive normative imposte dall'autoritā.

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