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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14748 del 26 giugno 2007
«Il comportamento processuale (nel cui ambito rientra anche il sistema difensivo adottato dal loro procuratore) o extraprocessuale delle parti, può costituire, ai sensi dell'articolo 116 c.p.c., non solo elemento di valutazione delle risultanze...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18128 del 10 agosto 2006
«L'art. 116 c.p.c. conferisce al giudice di merito il potere discrezionale di trarre elementi di prova dal comportamento processuale delle parti, ed il mancato uso di tale potere non è censurabile in sede di legittimità, neppure sotto il profilo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5116 del 3 aprile 2003
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale — per violazione degli artt. 13, 15, 24, 30 e 32 Cost. — del combinato disposto degli artt. 269 c.c. e 116 e 118 c.p.c., ove interpretato nel senso della possibilità di dedurre...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 443 del 17 gennaio 2002
«La norma dettata dall'art. 116, secondo comma, c.p.c., nell'abilitare il giudice a desumere argomenti di prova dalle risposte date dalle parti nell'interrogatorio non formale, dal loro rifiuto ingiustificato a consentire le ispezioni da esso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8596 del 22 giugno 2001
«Il “contegno delle parti” dal quale, ai sensi dell'art. 116, secondo comma, c.p.c., il giudice è abilitato a trarre elementi indiziari di giudizio, è solo quello tenuto nel corso del processo, rimanendo, pertanto, ininfluente, ai predetti effetti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7011 del 27 maggio 2000
«Nei giudizi in materia di invalidità civile, la non presentazione dell'interessato alla visita disposta dal consulente tecnico d'ufficio può far ritenere insussistente la prova in ordine al dedotto stato invalidante solo se concorre la mancanza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2329 del 17 marzo 1997
«Il sistema delle fonti di prova, il contegno processuale delle parti che, a norma dell'art. 116 c.p.c., consente di desumere argomenti di prova non ha un rilievo gerarchicamente sovraordinato che possa consentire al giudice di utilizzarlo come...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3936 del 4 aprile 1995
«Qualora, a fronte di una richiesta di restituzione di somma che si assuma indebitamente erogata, il convenuto non ne contesti la ricezione limitandosi a dedurre la legittimità dell'erogazione stessa, tale comportamento processuale può essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9245 del 18 aprile 2007
«In tema di valutazione delle prove, nel nostro ordinamento, fondato sul principio del libero convincimento del giudice, non esiste una gerarchia di efficacia delle prove, per cui i risultati di talune di esse debbano necessariamente prevalere nei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15399 del 4 novembre 2002
«Rientra nei compiti del giudice di merito il giudizio circa la idoneità degli elementi presuntivi a consentire illazioni che ne discendano secondo il criterio dell'id quod plerumque accidit, essendo il relativo apprezzamento sottratto al controllo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 701 del 21 gennaio 1995
«Perché una presunzione sia giuridicamente valida e consenta di ritenere un fatto accertato nel giudizio, non è necessario che il fatto ignoto appaia come l'unica conseguenza possibile dei fatti noti, ma è sufficiente che sia da questi deducibile...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1377 del 4 febbraio 1993
«In tema di presunzioni semplici — le quali vanno distinte sia dalla fictio iuris che dalle presunzioni legali (assolute o relative) — il requisito della concordanza costituisce un elemento non essenziale ma solo eventuale del procedimento logico...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3253 del 2 marzo 2012
«Gli atti ed i certificati della P.A., essendo assistiti da una presunzione di legittimità, in difetto di prova contraria, possono essere posti a base della decisione anche quando la P.A. che li ha emessi sia parte in causa.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11309 del 23 maggio 2011
«La contestaone della violazione delle norme del codice della strada effettuata dagli agenti accertatori (nel caso, carabinieri) non vincola il giudice del merito che, all'esito del contraddittorio processuale, ben può pervenire ad una differente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10820 del 11 maggio 2007
«Non è preclusa la prova testimoniale contro le attestazioni, recepite nei verbali annessi al rapporto della polizia giudiziaria, le quali, assolvendo alla funzione — diversa da quella propria dell'atto pubblico — di informativa all'autorità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28939 del 30 dicembre 2005
«In tema di sanzioni amministrative per violazione del codice della strada, la lettura e la trascrizione nel verbale di accertamento del numero di targa di un autoveicolo in sosta costituiscono operazioni semplici, che non implicano rilevanti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19354 del 4 ottobre 2005
«Alla dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà posta in essere da un terzo estraneo alla lite deve attribuirsi la stessa rilevanza assegnata alla scrittura proveniente da un terzo, onde tale dichiarazione, non configurandosi come prova...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10313 del 16 luglio 2002
«Nei giudizi aventi ad oggetto il riconoscimento di prestazioni assistenziali, l'autocertificazione dell'interessato in ordine alla consistenza dei propri redditi, ai fini della dimostrazione del requisito economico, ha valore di prova (in assenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1391 del 18 febbraio 1985
«La copia fotostatica o fotografica di un documento (nella specie: di assegni bancari) ha la stessa efficacia probatoria dell'originale, quando non sia formalmente disconosciuta dalla parte contro la quale è prodotta. La volontà di disconoscere il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 78 del 8 gennaio 2007
«Il fascicolo di parte che l'attore ed il convenuto debbono depositare nel costituirsi in giudizio dopo avervi inserito, tra l'altro, i documenti offerti in comunicazione, ai sensi degli artt. 165 primo comma e 166 c.p.c., applicabili anche in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11555 del 14 maggio 2013
«Il giudice di merito può utilizzare per la formazione del proprio convincimento anche le prove raccolte in un diverso processo tra le parti o altre parti, sempre che siano acquisite al giudizio della cui cognizione è investito; ne consegue che non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4652 del 25 febbraio 2011
«Il giudice di merito può utilizzare, in mancanza di qualsiasi divieto di legge, anche le prove raccolte in un diverso giudizio tra le stesse parti o tra altre parti, delle quali la sentenza che in detto giudizio sia stata pronunciata costituisce...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23446 del 5 novembre 2009
«La sentenza civile, oltre a produrre gli effetti propri del giudicato, può avere, anche rispetto ai terzi che non furono parti del giudizio, la diversa efficacia di prova documentale in ordine alla situazione giuridica che abbia formato oggetto...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9040 del 8 aprile 2008
«Il giudizio circa l'utilità e la pertinenza di un mezzo di prova rientra nei poteri di valutazione del giudice di merito, il quale può anche utilizzare per la formazione del proprio convincimento prove raccolte in altro giudizio tra le stesse...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7518 del 4 giugno 2001
«Se il giudice è libero di utilizzare, per la formazione del suo convincimento, anche prove raccolte in un diverso processo svoltosi tra le stesse od altre parti, tale prova può valere, come indizio idoneo a fornire elementi di giudizio, solo una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5682 del 18 aprile 2001
«Il giudice di merito può legittimamente tenere conto, ai fini della decisione, di risultanze di relazioni tecniche acquisite in un diverso processo, tanto più quando la relazione sia stata predisposta in relazione ad un giudizio tra le stesse...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 623 del 20 gennaio 1995
«Il giudice può utilizzare, per la formazione del proprio convincimento, anche le prove raccolte in un diverso processo, svoltosi tra le stesse o altre parti, una volta che la relativa documentazione sia stata ritualmente prodotta dalla parte...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15112 del 17 giugno 2013
«In applicazione del principio di autonomia e separazione dei giudizi penale e civile, il giudice civile investito della domanda di risarcimento del danno da reato deve procedere ad un autonomo accertamento dei fatti e della responsabilità con...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10055 del 27 aprile 2010
«Il giudice civile, in presenza di una sentenza penale di condanna non definitiva, può trarre elementi di convincimento dalle risultanze del procedimento penale, in particolare utilizzando come fonti le prove raccolte e gli elementi di fatto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5009 del 2 marzo 2009
«In forza del principio dell'unità della giurisdizione, il giudice civile può utilizzare come fonte del proprio convincimento le prove raccolte in un giudizio penale conclusosi con sentenza di non doversi procedere per intervenuta amnistia o per...»