Cassazione civile Sez. III sentenza n. 2557 del 3 febbraio 2011

(1 massima)

(massima n. 1)

Il soggetto che chiede "iure proprio" il risarcimento del danno subito in conseguenza della uccisione di un congiunto per la definitiva perdita del rapporto parentale lamenta l'incisione di un interesse giuridico diverso sia dal bene salute, del quale č titolare (la cui tutela ex art. 32 Cost., ove risulti intaccata l'integritā psicofisica, si esprime mediante il risarcimento del danno biologico), sia dall'interesse all'integritā morale (la cui tutela, ricollegabile all'art. 2 Cost., ove sia determinata una ingiusta sofferenza contingente, si esprime mediante il risarcimento del danno morale soggettivo), e ciō in quanto l'interesse fatto valere č quello alla intangibilitā della sfera degli affetti e della reciproca solidarietā nell'ambito della famiglia e alla inviolabilitā della libera e piena esplicazione delle attivitā realizzatrici della persona umana nell'ambito di quella peculiare formazione sociale costituita dalla famiglia, la cui tutela č ricollegabile agli artt. 2, 29 e 30 Cost.. Trattasi di interesse protetto, di rilievo costituzionale, non avente natura economica, la cui lesione non apre la via ad un risarcimento ai sensi dell'art. 2043 c.c., nel cui ambito rientrano i danni patrimoniali, ma ad una riparazione ai sensi dell'art. 2059 c.c., senza il limite ivi previsto in correlazione all'art. 185 cod. pen. in ragione della natura del valore inciso, vertendosi in materia di danno che non si presta ad una valutazione monetaria di mercato.

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