Cassazione civile Sez. III sentenza n. 6383 del 1 aprile 2004

(2 massime)

(massima n. 1)

Qualora la lesione dell'integrità fisica e psichica si manifesti in forme suscettibili di alterare o deturpare l'aspetto esteriore della persona, pregiudicandola nei rapporti interpersonali, il giudice deve tenere conto di tale danno estetico in sede di liquidazione del danno biologico, del quale costituisce una componente, mediante una personalizzazione qualitativa e quantitativa dei parametri adottati a tal fine. (Nella specie, la S.C. ha ritenuto che il giudice di merito avesse fatto corretta applicazione di tale principio, liquidando il danno per il grave pregiudizio estetico derivante dalle vistose cicatrici conseguenti ad un incidente stradale non autonomamente rispetto al danno biologico ma come componente di esso, utilizzando però parametri superiori rispetto al criterio base del valore medio del punto di invalidità e correlati alla necessità di personalizzazione del danno

(massima n. 2)

Il danno biologico, che comprende ogni pregiudizio diverso da quello consistente nella diminuzione o nella perdita della capacità di produrre reddito che la lesione dell'integrità fisica e psichica della persona ha provocato alla vittima ingloba, pertanto, se esistente, anche il danno estetico o fisionomico. Qualora la lesione dell'integrità fisica e psichica si manifesti informe suscettive anche di alterare o deturpare l'aspetto esteriore della persona, pregiudicandola nei rapporti interpersonali, il giudice deve tenerne conto in sede di liquidazione del danno biologico complessivo mediante una personalizzazione qualitativa e quantitativa dei parametri adottati a tale fine.

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