Cassazione civile Sez. I sentenza n. 2730 del 9 marzo 1995

(1 massima)

(massima n. 1)

Ai fini della qualificabilità come transazione dell'accordo intervenuto, nell'assicurazione contro i danni, tra assicuratore e assicurato-danneggiato circa l'indennizzo a quest'ultimo dovuto, è sufficiente che sussistano tra le parti difformità di valutazioni in ordine all'entità del danno e, conseguentemente, all'indennità dovuta dall'assicuratore, poiché anche in tal caso si rendono necessarie quelle reciproche concessioni dei contraenti in cui si sostanzia la transazione. D'altra parte, considerato che la temerarietà della pretesa che comporta l'annullabilità della transazione sussiste solo se la stessa pretesa sia obiettivamente e assolutamente infondata, deve ritenersi che esattamente il giudice di merito escluda la configurabilità di tale causa di invalidità — dedotta dall'assicurato (che nella specie aveva fatto valere la modesta entità dell'indennizzo rispetto a presunti elementi di prova documentale da lui indicati) — dell'accordo transattivo raggiunto in merito all'indennizzo assicurativo, quando a tal fine dia rilievo, con adeguata motivazione, a risultanze relative alla scarsa entità delle merci distrutte.

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