Cassazione civile Sez. VI-1 ordinanza n. 23284 del 18 settembre 2019

(1 massima)

(massima n. 1)

Nel caso in cui sia dedotta la violazione dell'obbligo coniugale di convivenza, la prova dell'avvenuto allontanamento dal domicilio coniugale, a cura del coniuge che lo denuncia, è sufficiente ad integrare la fattispecie ai sensi dell'art. 146, comma 1, c.c., a meno che il coniuge che si è allontanato non provi che ciò sia avvenuto per giusta causa. (Nel caso di specie, correttamente la Corte di appello, stante il carattere incontestato dell'allontanamento denunciato, ha ritenuto sussistere la violazione del dovere coniugale da parte del G., sulla considerazione che questi aveva sostenuto che alla data del suo allontanamento la crisi coniugale era già scoppiata e che l'allontanamento era una conseguenza dell'intollerabilità della prosecuzione della convivenza, senza tuttavia fornire alcuna prova di ciò che aveva prospettato come "giusta causa", ma affermandolo solo labilmente: tale statuizione non risulta nemmeno impugnata, tale non potendosi ritenere l'affermazione contenuta in ricorso, secondo la quale dagli atti sarebbe emerso che la crisi coniugale era da ascrivere a differenze caratteriali, attesa la assoluta genericità e mancanza di specificità della stessa).

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