Cassazione penale Sez. III sentenza n. 38866 del 30 maggio 2017

(3 massime)

(massima n. 1)

L'attività di ricovero e custodia cani per conto terzi è un'attività di servizio diversa dall'allevamento, che, secondo la comune nozione, è l'attività di custodire, far crescere ed opportunamente riprodurre animali in cattività, totale o parziale, per scopi produttivi o commerciali e perciò il refluo prodotto (costituito da deiezioni animali, residui di attività di toelettatura e di cura sanitaria) non può essere qualificato tra le acque reflue domestiche.

(massima n. 2)

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, integra il reato previsto dall'art. 137 D.Lgs. 4 marzo 2006, n. 152 lo scarico senza autorizzazione di acque reflue provenienti da attività di ricovero e custodia di animali per conto terzi, trattandosi di attività diversa da quella di mero allevamento del bestiame i cui reflui, invece, ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni, sono assimilati alle acque domestiche, ai sensi dell'art. 101, comma 7, D.Lgs. n. 152 del 2006. (Dichiara inammissibile, App. Milano, 23 settembre 2016).

(massima n. 3)

L'attività di ricovero e custodia cani per conto terzi è un'attività di servizio diversa dall'allevamento, che, secondo la comune nozione, è l'attività di custodire, far crescere ed opportunamente riprodurre animali in cattività, totale o parziale, per scopi produttivi o commerciali e perciò il refluo prodotto (costituito da deiezioni animali, residui di attività di toelettatura e di cura sanitaria) non può essere qualificato tra le acque reflue domestiche. In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, integra il reato previsto dall'art. 137 D.Lgs. 4 marzo 2006, n. 152 lo scarico senza autorizzazione di acque reflue provenienti da attività di ricovero e custodia di animali per conto terzi, trattandosi di attività diversa da quella di mero allevamento del bestiame i cui reflui, invece, ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni, sono assimilati alle acque domestiche, ai sensi dell'art. 101, comma 7, D.Lgs. n. 152 del 2006. (Dichiara inammissibile, App. Milano, 23 settembre 2016).

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