Cassazione civile Sez. I sentenza n. 425 del 15 gennaio 2000

(2 massime)

(massima n. 1)

In tema di espropriazione per pubblica utilitā, qualora in esito al giudizio di opposizione alla misura dell'indennitā il giudice del merito abbia liquidato, da un lato, l'indennitā di occupazione calcolando gli interessi sul valore di mercato dei beni espropriati e, dall'altro, l'indennitā di espropriazione sul presupposto della natura edificatoria del terreno espropriato e l'espropriante abbia proposto ricorso per cassazione denunciando esclusivamente la riconosciuta natura edificatoria del bene espropriato, correttamente, una volta accolto tale ricorso dal Supremo Collegio, il giudice del rinvio quantifica l'indennitā per occupazione d'urgenza sulla base del valore venale attribuito al bene (per avere accertato la natura non edificatoria dell'area) e non sulla base degli interessi sulla misura dell'indennitā di espropriazione in concreto liquidata (in base ai parametri di legge).

(massima n. 2)

In tema di criteri per la determinazione dell'indennitā d'espropriazione, il tenore letterale dell'art. 5-bis della L. n. 359 del 1992 (nella parte in cui prevede che ai fini della valutazione dell'edificabilitā delle aree si deve fare riferimento "al momento dell'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio") intende solo riaffermare il principio dell'irrilevanza del vincolo espropriativo ai fini dell'accertamento del valore del bene. Esso, pertanto, non opera uno spostamento nel tempo del momento al quale bisogna aver riguardo per determinare il valore del bene; momento che resta fissato in quello dell'emissione del decreto d'espropriazione (non del decreto d'occupazione), siccome bisogna tener conto delle caratteristiche dell'area espropriata allorquando il proprietario ne č privato, senza che possano avere influenza gli aumenti o le diminuzioni del valore del suolo dipendenti dall'espropriazione o dalla realizzazione dell'opera pubblica (v. Corte Cost. n. 283 e 442 del 1993).

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