Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26049 del 12 giugno 2019

(1 massima)

(massima n. 1)

Integra l'elemento materiale del delitto di atti persecutori la condotta di chi reiteratamente pubblica sui "social network" foto o messaggi aventi contenuto denigratorio della persona offesa – con riferimenti alla sfera della sua libertą sentimentale e sessuale – in violazione del suo diritto alla riservatezza.

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