Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39259 del 25 ottobre 2005

(2 massime)

(massima n. 1)

Il reato di abuso d'ufficio ha natura necessariamente plurioffensiva quando è commesso arrecando ad altri un danno ingiusto, nel senso, cioè, che devono essere lesi sia gli interessi costituzionalmente tutelati del buon andamento e dell'imparzialità della P.A. (art. 97 Cost.), sia quelli di un extraneus o anche di un dipendente dell'amministrazione stessa, purché sia toccato nella sua personale condizione giuridica derivante dal rapporto di impiego. (Nella specie la Corte ha escluso la sussistenza del reato in quanto l'effetto dannoso si era prodotto esclusivamente sulla pubblica amministrazione).

(massima n. 2)

In tema di abuso di ufficio, il vantaggio patrimoniale considerato tra gli elementi essenziali della fattispecie di cui all'art. 323 c.p., deve determinare di per sé un beneficio economicamente apprezzabile, nel senso che deve avere un connotato di intrinseca patrimonialità oppure deve derivare dalla creazione di una condizione più favorevole sotto il profilo economico, non potendosi considerare sufficiente il determinarsi di una situazione solo indirettamente o potenzialmente valutabile economicamente. (Fattispecie in cui era stata contestata ad un magistrato l'ingerenza sull'esito dei procedimenti penali e disciplinari a suo carico).

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