Cassazione penale Sez. III sentenza n. 10936 del 20 marzo 2001

(2 massime)

(massima n. 1)

In tema di reati contro la libertà sessuale l'ipotesi prevista dall'ultimo comma dell'art. 609 quater c.p., che punisce gli atti sessuali compiuti con persona minore degli anni dieci, non costituisce un'autonoma fattispecie criminosa, bensì una circostanza aggravante del reato contemplato dal primo comma della medesima disposizione (atti sessuali con minorenne), atteso che l'ultimo comma del citato articolo richiama, per la determinazione della pena nel caso in cui la persona offesa non abbia compiuto gli anni dieci, il comma secondo del precedente articolo 609 ter c.p., la cui rubrica, riferendosi alle circostanze aggravanti, dimostra l'intenzione del legislatore di considerare determinati elementi fattuali quali presupposti per l'aggravamento della pena e non per la configurazione di autonome fattispecie di reato. Peraltro tra le circostanze aggravanti di cui al citato art. 609 ter è indicato il caso in cui la condotta delittuosa sia stata commessa in danno di persona minore degli anni dieci, così realizzandosi piena simmetria tra le ipotesi di cui agli artt. 609 bis (violenza sessuale) e 609 quater c.p. citato.

(massima n. 2)

In tema di reati contro la libertà sessuale, il reato di cui all'art. 609 quater (atti sessuali con minorenne) può essere circostanziato dalla diminuente del fatto di minore gravità, di cui al comma terzo, sia dall'aggravante degli atti sessuali su minore degli anni dieci, di cui al comma quarto, così che, ove concorrano entrambe le circostanze, il giudice di merito è chiamato ad un giudizio di equivalenza o di prevalenza.

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