Cassazione civile Sez. VI-lav. sentenza n. 14499 del 26 giugno 2014

(1 massima)

(massima n. 1)

Nel rito del lavoro, qualora la motivazione della sentenza si limiti alla mera esplicitazione di statuizioni gią sostanzialmente argomentabili dalla struttura logico-semantica del dispositivo, non si applica il principio della non integrabilitą del dispositivo con la motivazione, che presuppone l'effettiva carenza nell'uno di statuizioni invece contenute nell'altro, dovendosi individuare la portata precettiva della pronuncia giurisdizionale tenendo conto non solo delle statuizioni formalmente contenute nel dispositivo, ma coordinando questo con la motivazione, le cui enunciazioni, se univocamente dirette all'esame di una questione dedotta in causa, possono essere utilizzate quale strumento di interpretazione del dispositivo medesimo. (Nella specie la S.C., nell'enunciare il principio, ha cassato la sentenza di appello, nel cui dispositivo risultava la sola regolazione delle spese di lite, mentre era del tutto omessa la statuizione di accoglimento dell'appello e di riforma della sentenza di primo grado, e, quindi, la decisione di rigetto della domanda introduttiva proposta).

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