Cassazione civile Sez. III sentenza n. 7127 del 23 giugno 1995

(1 massima)

(massima n. 1)

Fra le controversie non deferibili ad arbitri rientrano tutte quelle per le quali č prevista la competenza funzionale ed inderogabile del giudice ordinario, come, in particolare, i procedimenti speciali di convalida di licenza o di sfratto per finita locazione e di sfratto per morositā, previsti dagli artt. 657 e 658 c.p.c. che appartengono alla competenza funzionale del pretore, limitatamente peraltro alla prima fase a cognizione sommaria, non sussistendo invece alcuna preclusione a che nella fase successiva a cognizione piena la causa sia decisa nel merito da arbitri. Ne consegue che la deduzione, nella fase sommaria, dell'esistenza di una clausola arbitrale, non priva il pretore della competenza ad emettere i provvedimenti immediati (ivi compresa la eventuale concessione del termine di grazia ex art. 55 della legge 27 luglio 1978, n. 392, che appartiene alla prima fase del procedimento di sfratto per morositā) ma lo obbliga, una volta chiusa la fase anzidetta, a declinare con sentenza la propria competenza, dichiarando sussistente per il merito quella arbitrale, incombendo poi alle parti di attivarsi per l'effettivo svolgimento del relativo giudizio.

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