Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12238 del 15 marzo 2004

(2 massime)

(massima n. 1)

Il reato di cui all'art. 591 c.p. di abbandono di persone minori o incapaci ha natura permanente, in quanto la condotta si protrae fino a quando gli imputati non fanno cessare le situazioni che non consentono un'assistenza o cura adeguata o fin tanto che tali situazioni non cessano per intervento esterno (in applicazione di tale principio, la Corte ha ritenuto irrilevante, ai fini della decorrenza del termine prescrizionale del reato di cui all'art. 591 c.p. addebitato agli amministratori di una casa di riposo, l'intervenuto accertamento della situazione, laddove successivamente non sia cessata la situazione di abbandono delle persone incapaci ricoverate).

(massima n. 2)

Il reato di rifiuto di atti di ufficio previsto dal primo comma dell'art. 328 c.p. č un reato istantaneo, il cui momento consumativo si realizza con il rifiuto o con l'omissione. Nelle situazioni in cui il pubblico ufficiale č nella oggettiva impossibilitā di compiere Ģimmediatamenteģ l'atto dovuto a causa della complessitā delle procedure o delle attivitā richieste, il termine entro cui l'atto deve essere compiuto va individuato facendo ricorso alla disciplina del silenzio-rifiuto, ossia in quello di novanta giorni (in applicazione di tale principio, la Corte ha ritenuto prescritto il reato di cui all'art. 328 c.p. consistito nell'aver il Sindaco omesso di dare attuazione alla delibera della Giunta regionale che disponeva la chiusura di una casa di riposo con conseguente trasferimento degli ospiti in altre strutture).

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