Cassazione civile Sez. II sentenza n. 5625 del 16 novembre 1985

(2 massime)

(massima n. 1)

Ai sensi del secondo comma dell'art. 588 c.c. l'assegnazione di beni determinati (institutio ex re certa) può essere interpretata come disposizione a titolo universale qualora risulti che il testatore, pur avendo indicato beni determinati, abbia in effetti inteso assegnare questi come quota del patrimonio ereditario. A tal fine l'indagine, di carattere obiettivo circa il contenuto dell'atto, nel senso dell'attribuzione dell'universalità dei beni o di una quota aritmetica di essi oppure dell'attribuzione di un bene o di un complesso di beni determinati, è di carattere soggettivo sull'intenzione del testatore, e deve essere più completa e penetrante di quella necessaria quando invece il testatore detta le disposizioni con riferimento alla quantità indeterminata dei suoi beni.

(massima n. 2)

La qualità di erede non può essere desunta che dal contenuto obiettivo del testamento, essendo irrilevante a tal fine l'indagine sul comportamento degli eredi o dei legatari e sull'interpretazione che gli stessi abbiano dato al testamento.

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