Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8251 del 8 marzo 2006

(1 massima)

(massima n. 1)

Ai fini della configurabilità del reato di minaccia, si richiede la prospettazione di un male futuro ed ingiusto — la cui verificazione dipende dalla volontà dell'agente — che può derivare anche dall'esercizio di una facoltà legittima la quale, tuttavia, sia utilizzata per scopi diversi da quelli per cui è tipicamente preordinata dalla legge. (Fattispecie nella quale la frase oggetto di incriminazione — l'imputato aveva detto all'interlocutore che «aveva lui le persone giuste per fargli cambiare idea» — era stata pronunciata nell'ambito di un contrastato rapporto lavorativo, in riferimento ad obbligazioni assunte ed è stata perciò reputata inidonea a comportare una comminatoria di «ingiusto» danno anche in ragione della sua genericità).

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