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Stop al gas in condominio: chi paga i danni?

Stop al gas in condominio: chi paga i danni?
Se la società del gas interrompe illegittimamente la fornitura in tutto il condominio, i proprietari hanno diritto al risarcimento del danno? Vediamo cosa ha stabilito il Tribunale di Napoli
Privare un intero condominio, per un periodo di tempo piuttosto lungo, della fornitura di gas comporta sicuramente pesanti disagi per i condomini. Un simile comportamento può far sorgere l'obbligo di risarcire il danno?


A questa domanda ha risposto il Tribunale di Napoli, con la recente sentenza n. 305 del 2023.

Nella vicenda concreta esaminata dal Tribunale, la società erogatrice del gas sospendeva, appunto, la fornitura in un intero edificio condominiale.
I tecnici della società, infatti, individuavano dei malfunzionamenti dell’impianto del condominio.
Gli stessi tecnici accertavano che tali malfunzionamenti erano causati dagli impianti “non a norma” di alcuni condomini, che avevano eseguito delle modifiche abusive.
Per prudenza, quindi, la fornitura veniva sospesa nei confronti di tutto lo stabile.


L’interruzione del servizio, coinvolgendo l’intero edificio, colpiva ovviamente anche quei condomini che non avevano realizzati abusi.
Così, alcuni dei condomini “in regola” agivano in giudizio per ottenere in via d'urgenza la riattivazione del servizio. Il giudice dava loro ragione e il provvedimento veniva confermato in sede di reclamo, ma la società riprendeva la fornitura solo dopo un anno.


Per questo comportamento della società, i condomini “in regola”, in sede di giudizio "ordinario", chiedevano il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali per l’illegittima, prolungata interruzione della fornitura di gas.


Veniamo quindi al contenuto della sentenza che stiamo esaminando.
Innanzitutto, il Tribunale di Napoli si è pronunciato sulla richiesta di risarcimento dei danni patrimoniali.
Per il giudice, che a sua volta si rifà alla Cassazione (Cass. Civ., Sez. III, n. 25731/2015), il comportamento della società fornitrice costituisce inadempimento contrattuale nei confronti degli utenti “in regola”.


Infatti, interrompendo il servizio per molto tempo e non impegnandosi per riattivarlo tempestivamente, la società non ha eseguito la prestazione a cui era tenuta per contratto.


Dunque, il condomino “in regola” può legittimamente chiedere i danni patrimoniali ai sensi dell’art. 1218 c.c., come conseguenza di inadempimento contrattuale da parte della società.
Tuttavia, nella vicenda concreta, il giudice non ha potuto riconoscere il risarcimento: secondo le regole del processo civile, il danneggiato deve provare di aver subito una perdita patrimoniale a causa dell’inadempimento e, nel caso concreto, i condomini non hanno dimostrato la perdita economica provocata dalla sospensione del servizio.


Poi, il Tribunale si è pronunciato sulla richiesta di risarcimento di danni non patrimoniali come conseguenza di inadempimento contrattuale.
Sotto questo profilo, il giudice ha ammesso il risarcimento, riconoscendo il disagio psicologico e lo stress subito durante il periodo di interruzione del servizio.
In particolare, sulla base dell’indirizzo delle Sezioni Unite della Cassazione (Cass. Civ., SS.UU., n. 26972 – 26975 del 2008), secondo il Tribunale di Napoli, se si legge l’art. 2059 c.c. alla luce della Costituzione (c.d. lettura costituzionalmente orientata), il danno non patrimoniale può essere risarcito anche in conseguenza di un inadempimento contrattuale, ma a due condizioni:
  • deve esserci la lesione di un diritto inviolabile della persona tutelato dalla Costituzione. Per il Tribunale, nel caso concreto, tale lesione c’è: l’erogazione del gas è un “bisogno della vita” costituzionalmente garantito e la sua interruzione non permette di svolgere le normali attività quotidiane. In tal modo, si è violato il principio di uguaglianza previsto dall’art. 3 Costituzione (così, Corte cost., ord. n. 357 del 2022);
  • il comportamento illegittimo del danneggiante deve determinare un danno tanto grave da far scattare la tutela risarcitoria. Nella vicenda in esame, il giudice ha ritenuto che il comportamento della società abbia creato un danno così grave da giustificare il risarcimento: infatti, la mancata erogazione del gas per un notevole periodo di tempo ha provocato gravi disagi e turbamenti psichici ai condomini “in regola” coinvolti.


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