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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47483 del 11 dicembre 2003
«Ricorre l'ipotesi di reato di cui all'art. 697 c.p. (“detenzione abusiva di armi”) e non quella di cui all'art. 698 stesso codice (“omessa consegna delle armi”), nel caso di soggetto appartenente alle forze di polizia il quale, essendo già nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7702 del 30 giugno 1988
«In materia di abusiva detenzione di armi e munizioni, la contravvenzione per illegale possesso di cartucce non resta assorbita nel delitto di detenzione di arma allorché la prima non attenga alla normale dotazione dell'arma stessa, ma riguardi un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3651 del 20 aprile 1984
«La contravvenzione prevista dall'art. 697 del codice penale può essere estinta mediante l'oblazione processuale regolata all'art. 162 bis del codice penale.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16016 del 24 ottobre 2003
«In tema di patrocinio legale, il conferimento dell'incarico comprende normalmente anche quello di prestare assistenza stragiudiziale alla medesima parte, in relazione alle medesime vicende cui si riferisce l'incarico stesso. Ne consegue che,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13729 del 14 ottobre 2000
«L'abolizione della distinzione professionale tra gli avvocati e i procuratori legali, prevista dalla legge n. 27 del 1997 (che ha soppresso l'albo dei procuratori legali prevedendo l'iscrizione di questi ultimi nell'(unico) albo degli avvocati)...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2910 del 4 aprile 1997
«Se la parte, nel conferire la procura alle liti al difensore, gli conferisce anche il potere di transigere la controversia, l'estensione dei conseguenti poteri dispositivi va valutata — con accertamento di fatto che si sottrae al giudizio di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4921 del 8 marzo 2006
«Dai principi generali dettati in tema di procura alle liti (artt. 83 e 365 c.p.c.) e dalla disciplina sostanziale di cui all'art. 1716 c.c., disciplinante l'ipotesi di pluralità di mandatari, discende che, ove il mandato alle liti venga conferito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2572 del 7 marzo 1998
«La rinuncia alla domanda o ai suoi singoli capi, qualora si atteggi come espressione della facoltà della parte di modificare ai sensi dell'art. 184 c.p.c. le domande e le conclusioni precedentemente formulate, rientra fra i poteri del difensore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1743 del 14 marzo 1986
«La procura alle liti, pur non conferendo al procuratore la facoltà di compiere atti che importino disposizione del diritto in contesa (quali: transazione, confessione, rinuncia), lo abilita però, per la discrezionalità tecnica che gli spetta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5083 del 21 maggio 1998
«Perché il procuratore di una parte possa promuovere giudizio di garanzia contro un terzo e chiamare in causa quest'ultimo, non occorre il rilascio di una nuova e diversa procura in calce o a margine della citazione per chiamata in garanzia, se...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1076 del 10 febbraio 1983
«La dichiarazione di non voler proseguire la causa di merito, importando disposizione del diritto in contesa, deve provenire dalla parte, non essendo a ciò abilitato il procuratore munito del solo mandato ad lites e, pertanto, la sentenza che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6415 del 3 dicembre 1981
«Rientra nei compiti del difensore, nell'ambito dei poteri ad esso conferiti con il mandato ad litem, quello di emettere le dichiarazioni unilaterali della parte che esprimono proposito di tutela del diritto, come la manifestazione di intento di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5458 del 22 novembre 1978
«L'offerta sufficiente a ricondurre ad equità il contratto di cui sia stata chiesta la rescissione, compiuta dal procuratore alle liti, non può essere contestata dalla controparte per eccesso di mandato poiché la norma contenuta nel capoverso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9400 del 6 settembre 1999
«Le spese legali corrisposte dal cliente al proprio avvocato in relazione ad attività stragiudiziale seguita da attività giudiziale e non considerate nella nota di cui all'art. 75 att. c.p.c., possono formare oggetto di domanda di risarcimento nei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2653 del 21 marzo 1994
«In caso di accoglimento parziale della domanda il giudice può, ai sensi dell'art. 92 c.p.c., ed in applicazione del cosiddetto principio di causalità, escludere la ripetizione di spese sostenute dalla parte vittoriosa ove le ritenga eccessive o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6831 del 17 giugno 1991
«Nelle controversie di lavoro, la decisione definitiva sull'onere delle spese per la consulenza tecnica d'ufficio non si sottrae alla disciplina generale in materia (artt. 91, 92 c.p.c.), con la conseguenza che il giudice del merito può,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5928 del 5 novembre 1980
«Nelle controversie in materia di previdenza ed assistenza obbligatoria, il lavoratore non è soggetto all'anticipazione delle spese per atti disposti dal giudice (nella specie, consulenza tecnica d'ufficio), dovendo le stesse o essere addossate...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3716 del 11 giugno 1980
«Le spese della consulenza di parte, la quale ha natura di allegazione difensiva, vanno comprese fra le spese processuali al cui rimborso la parte vittoriosa ha diritto, sempre che il giudice non ne rilevi l'eccessività o la superfluità, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13427 del 12 settembre 2003
«Al sensi del'art. 92, primo comma, c.p.c., la violazione del dovere di lealtà e probità stabilito dall'art. 88 dello stesso codice giustifica, indipendentemente dalla soccombenza, la condanna della parte, che è venuta meno a tale dovere, al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15353 del 1 dicembre 2000
«Al criterio della soccombenza può derogarsi solo quando la parte risultata vincitrice sia venuta meno ai doveri di lealtà e probità, imposti dall'art. 88 c.p.c. Tale violazione è rilevante unicamente nel contesto processuale, restando estranee...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7101 del 29 luglio 1994
«La condanna per responsabilità processuale aggravata, per lite temeraria, quale sanzione dell'inosservanza del dovere di lealtà e probità cui ciascuna parte è tenuta, non può derivare solo dal fatto della prospettazione di tesi giuridiche...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1023 del 17 gennaio 2013
«Compensando le spese processuali, il giudice può ripartire le spese della consulenza tecnica d'ufficio in quote uguali tra la parte soccombente e la parte totalmente vittoriosa, senza violare, in tal modo, il divieto di condanna di quest'ultima...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22381 del 21 ottobre 2009
«La nozione di soccombenza reciproca, che consente la compensazione parziale o totale tra le parti delle spese processuali (art. 92, secondo comma, c.p.c.), sottende - anche in relazione al principio di causalità - una pluralità di domande...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22122 del 19 ottobre 2009
«Il giudice di merito, nell'ambito di una pronuncia di compensazione delle spese, adottata in un giudizio di divisione, può legittimamente porre le spese di consulenza tecnica di ufficio a carico di tutti i condividenti "pro quota", posto che, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1111 del 24 febbraio 1986
«Nel procedimento di divisione, le spese di causa vanno poste a carico della massa per gli atti che servono a condurre, nel comune interesse, il giudizio alla sua conclusione, mentre valgono i principi generali della soccombenza per le controversie...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1371 del 21 gennaio 2013
«Ai fini della compensazione delle spese processuali, i "giusti motivi", di cui all'art. 92 c.p.c. (nel testo applicabile "ratione temporis"), possono fondarsi sull'affidamento riposto dal soccombente nelle risultanze di un pubblico registro (nella...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 13460 del 27 luglio 2012
«In tema di spese giudiziali, nei giudizi instaurati dopo l'entra in vigore della legge 28 dicembre 2005, n. 263, il giudice può procedere a compensazione parziale o totale tra le parti in mancanza di soccombenza reciproca solo se ricorrono "giusti...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2572 del 22 febbraio 2012
«L'art. 92, secondo comma, c.p.c., nella parte in cui permette la compensazione delle spese di lite allorché concorrano "gravi ed eccezionali ragioni", costituisce una norma elastica, quale clausola generale che il legislatore ha previsto per...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 316 del 12 gennaio 2012
«Ai sensi dell'art. 92, secondo comma, c.p.c., nel testo applicabile "ratione temporis" prima dell'entrata in vigore della legge 18 giugno 2009, n. 69, costituisce giusto motivo di compensazione delle spese processuali l'esistenza di una...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 26987 del 15 dicembre 2011
«In tema di spese giudiziali, le "gravi ed eccezionali ragioni", da indicarsi esplicitamente nella motivazione, in presenza delle quali, ai sensi dell'art. 92, secondo comma, c.p.c. (nel testo introdotto dall'art. 2 della legge 28 dicembre 2005, n....»