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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2925 del 9 marzo 2000
«Pur dovendosi ritenere che, di regola, la semplice inattività non possa costituire la condotta «elusiva» dei provvedimenti del giudice in materia di affidamento di minori, prevista come reato dall'art. 388, secondo comma, c.p., deve tuttavia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7077 del 4 giugno 1999
«In tema di mancata esecuzione di un provvedimento del giudice civile concernente l'affidamento di un figlio minore, qualora il genitore affidatario, pur obbligato a consentire l'esercizio del diritto di visita da parte dell'altro genitore secondo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10016 del 22 novembre 1996
«Il genitore affidatario di un minore, specie nei confronti dell'altro genitore, non può disporre unilateralmente dei compiti a lui affidati delegando altri al loro svolgimento, ma deve accordarsi col coniuge, pur sempre esercente la potestà...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6042 del 13 giugno 1996
«Ai fini della sussistenza del delitto di dolosa mancata esecuzione di un provvedimento del giudice che concerna l'affidamento di minori, la condotta cosiddetta «elusiva» deve essere intesa come comprensiva di qualsiasi comportamento, positivo o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1627 del 10 febbraio 1996
«Poiché il secondo comma dell'art. 388 c.p., come si evince dal tenore letterale e dalla ratio della disposizione, è diretto a sanzionare i comportamenti contrari agli interessi relativi alla educazione, alla cura ed alla custodia del minore, la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2904 del 12 aprile 1986
«Il plausibile e giustificato motivo, che possa scriminare il rifiuto di dare esecuzione al provvedimento del giudice civile concernente l'affidamento dei figli minori, anche se non deve configurare l'esimente dello stato di necessità, è atto a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 65 del 4 gennaio 2005
«La configurabilità del reato di cui all'art. 388, comma secondo, c.p. non è esclusa dal fatto che il provvedimento del giudice civile impositivo di una misura cautelare, la cui esecuzione sia stata elusa dall'agente, venga successivamente revocato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10549 del 10 ottobre 2000
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 388, secondo comma, c.p. (Sub specie della elusione di un provvedimento del giudice civile che prescrive misure cautelari a difesa del possesso), quando la situazione che realizza lo spoglio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4298 del 9 maggio 1997
«Per la punibilità dell'ipotesi criminosa prevista dall'art. 388, comma primo, c.p., è necessario che il soggetto non ottemperi all'ingiunzione di eseguire una sentenza di condanna che abbia imposto un obbligo civile, integrando tale condotta una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6572 del 13 giugno 1991
«Ai fini della sussistenza del reato di elusione di un provvedimento del giudice di cui all'art. 388, comma secondo, c.p., non è sufficiente un mero comportamento omissivo, ma è necessario un comportamento attivo ovvero commissivo del soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12077 del 6 dicembre 1988
«Ai fini del reato di elusione di un provvedimento del giudice di cui all'art. 388 c.p., il provvedimento di reintegra nel possesso che il pretore pronuncia ai sensi degli artt. 703 e 689 c.p.c. è una misura cautelare a difesa del possesso, intesa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26565 del 2 luglio 2008
«In tema di sottrazione di cose pignorate, eventuali cause di nullità od inefficacia del pignoramento non rilevano ai fini della sussistenza del reato, qualora non intervenga una pronuncia del giudice che ne accerti la sussistenza. (Nella specie il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4058 del 25 gennaio 2008
«Ai fini dell'integrazione del reato di cui all'art. 388, comma terzo, c.p., la nozione di proprietario adottata dalla norma penale è più ampia di quella assunta in sede civilistica, includendo ogni persona contro la quale è eseguito il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 40163 del 30 ottobre 2007
«Non può escludersi il reato di cui all'art. 338, comma quarto, c.p. nel caso, in cui al momento della sottrazione dei beni, il custode si sia trovato nella sopravvenuta impossibilità di garantirne la conservazione (nella specie, a causa del suo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18285 del 11 maggio 2007
«In tema di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, la sottrazione di cosa sottoposta a pignoramento si realizza anche con la mera « amotio» della « res» ingiustificata e non comunicata all'ufficio esecutante.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49974 del 30 dicembre 2004
«In tema di sequestro preventivo, i beni oggetto di atti simulati possono essere oggetto di sequestro anche nel caso in cui la simulazione sia finalizzata a sottrarsi all'adempimento di obblighi derivanti da un lodo arbitrale, in quanto esso ha...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32604 del 23 agosto 2001
«Non sussiste concorso formale fra il reato di cui all'art. 388 c.p. (sottrazione di cose pignorate) e il reato previsto dall'art. 216, primo comma, della legge fallimentare (bancarotta per distrazione), atteso che vi è identità fra la condotta e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14334 del 9 aprile 2001
«In tema di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice concernente la sottrazione di cose pignorate o sottoposte a sequestro, il semplice allontanamento del proprietario, alla cui custodia le cose sequestrate o pignorate sono state...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10740 del 21 settembre 1999
«In tema di sottrazione di cose pignorate (art. 388 c.p.), non esclude la configurabilità del reato il fatto che il debitore, nominato altresì custode dei beni pignorati, non fosse presente al momento della notifica dell'ingiunzione. In tal caso,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5581 del 13 maggio 1998
«La condotta materiale del reato di sottrazione di beni pignorati o sottoposti a sequestro, previsto dall'art. 388, comma terzo, c.p., è integrata, tra le altre ipotesi, dalla sottrazione della cosa sottoposta a custodia, il che implica la prova...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10018 del 22 novembre 1996
«La sottrazione, da parte del custode, di cose sottoposte a pignoramento su istanza dell'erario, o della pubblica amministrazione in genere, esula dalla previsione dell'art. 388 c.p. (mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice)...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6132 del 25 maggio 1994
«Se la misura cautelare disposta dal giudice civile in sede di reintegrazione a norma degli artt. 689 e 703 c.p.c., venga sostituita dalla sentenza del pretore che, all'esito del giudizio possessorio e, quindi, a seguito di un'indagine con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2940 del 17 dicembre 1993
«Il provvedimento di reintegrazione del possesso pronunciato dal pretore a norma degli artt. 703 ss. c.p.c. costituisce misura cautelare a difesa del possesso, diretta, non soltanto a ripristinare il possesso a favore del soggetto che ne sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3020 del 26 marzo 1993
«La sottrazione di cose sottoposte a pignoramento nell'ambito della procedura per il recupero di spese giudiziarie, promossa dall'autorità amministrativa (intendenza di finanza) costituisce un'ipotesi di reato punita dall'art. 334 c.p. e non dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31817 del 3 agosto 2009
«Integra il delitto previsto dall'art. 30 L. 13 settembre 1982, n. 646, l'omessa comunicazione alla polizia tributaria di un mutuo o di un affidamento bancario alla cui concessione corrisponda l'assunzione di un debito di pari importo per la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 47296 del 10 dicembre 2003
«Il fallimento del debitore non determina l'automatica rimozione del vincolo imposto con il sequestro sui beni a garanzia del credito, con la conseguenza, al fine della configurabilità del reato ex art. 388 c.p., che il custode dei suddetti beni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16229 del 20 aprile 2001
«Non realizza la fattispecie di cui all'art. 388, comma 5, c.p. il debitore-custode di bene pignorato che, dichiarato fallito, abbia provveduto a far inserire la res pignorata nell'inventario del fallimento e, restando custode della stessa, abbia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 709 del 19 gennaio 2000
«La sottrazione di beni pignorati ad istanza dello Stato o di altro ente pubblico, posta in essere dal proprietario di detti beni che sia stato anche nominato custode degli stessi non integra il reato di cui all'art. 334 c.p. ma quello, meno grave,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9421 del 22 luglio 1999
«Non può escludersi la sussistenza del reato di cui all'art. 338, comma 5, c.p. allorché il custode, cui si impone l'osservanza del dovere funzionale riferito all'ufficio procedente, si allontana dal luogo della consegna del bene pignorato e in tal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3704 del 21 dicembre 1998
«Nella sottrazione di beni sottoposti al vincolo del pignoramento, del sequestro giudiziario o del sequestro conservativo, affidati alla custodia di persona diversa dal proprietario, occorre distinguere tre diverse ipotesi. La prima è quella che...»