Consiglio di Stato Sez. V sentenza n. 4525 del 5 settembre 2014

(1 massima)

(massima n. 1)

I consiglieri comunali hanno un incondizionato diritto di accesso a tutti gli atti che possano essere d'utilitā all'espletamento delle loro funzioni, anche al fine di permettere di valutare, con piena cognizione, la correttezza e l'efficacia dell'operato dell'Amministrazione, nonché di esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del Consiglio e per promuovere, anche nel suo ambito, le iniziative che spettano ai singoli rappresentanti del corpo elettorale locale; in realtā il diritto di accesso loro riconosciuto ha una ratio diversa da quella che contraddistingue il diritto di accesso ai documenti amministrativi riconosciuto ex art. 10, D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 alla generalitā dei cittadini ovvero a chiunque sia, ex art. 22 e ss., L. 7 agosto 1990, n. 241 portatore di un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale č chiesto l'accesso; ed infatti, mentre in linea generale il diritto di accesso č finalizzato a permettere ai singoli soggetti di conoscere atti e documenti per la tutela delle proprie posizioni soggettive eventualmente lese, quello riconosciuto ai consiglieri comunali č strettamente funzionale all'esercizio delle loro funzioni, alla verifica e al controllo del comportamento degli organi istituzionali decisionali dell'ente locale ai fini della tutela degli interessi pubblici, piuttosto che di quelli privati e personali, e si configura come peculiare espressione del principio democratico dell'autonomia locale e della rappresentanza esponenziale della collettivitā.

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