Corte costituzionale sentenza n. 417 del 28 luglio 1995

(1 massima)

(massima n. 1)

I beni, aventi la vocazione a realizzare l'interesse estetico-culturale di cui si č detto, sono - sotto questo profilo - riconducibili inscrivibili - al pari del beni paesistici - nel la disciplina posta dall'art. 42, secondo comma, della Costituzione (sentenze n. 56 del 1968; n. 9 del 1973; n. 202 del 1974; n. 245 del 1976; n. 648 del 1988; n. 391 del 1989; n. 344 del 1990), alla quale risulta del tutto estranea la materia della espropriazione governata dall'art. 42, terzo comma, della Costituzione. In altri termini - nell'ipotesi di beni ambientali - č la legge che determina i modi di godimento del bene stesso al fine di assicurarne la funzione sociale (art. 42, secondo comma, della Costituzione): conseguentemente i relativi vincoli che gravano su di essi - in virtł di determinate qualitą intrinseche degli stessi, riconosciute dalla legge - non concretano un atto di espropriazione ai sensi dell'art. 42, terzo comma, della Costituzione e non sono pertanto, indennizzabili. Risultano, pertanto, infondate le censure prospettate con riguardo all'art. 42, secondo e terzo comma, della Costituzione.

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