Cassazione penale Sez. I sentenza n. 847 del 17 marzo 1993

(1 massima)

(massima n. 1)

Le dichiarazioni accusatorie de relato provenienti da imputato (o indagato) di reato connesso o collegato possono assurgere alla dignità di indizi gravi di colpevolezza, ai fini dell'emissione di una misura cautelare, solo a condizione che venga controllata, oltre all'attendibilità del dichiarante, anche quella della fonte di riferimento, sì che il giudice, comparando le concordanti o anche contrastanti versioni, possa comunque operare una scelta ragionata, eventualmente anche privilegiando le versioni del collaborante, sempre che di ciò dia contezza con adeguata motivazione.

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