Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 3440 del 25 marzo 1992

(1 massima)

(massima n. 1)

La prova dell'identità del disegno criminoso di cui all'art. 81 c.p., deve essere tanto più rigorosa quanto più distanti fra loro nel tempo sono le condotte antigiuridiche. Quando, poi, una certa attività illecita, commessa in un determinato ambito cronologico, sia stata materialmente interrotta con l'arresto, la reiterazione dell'azione criminosa, subito dopo che l'agente sia stato posto in libertà, può costituire prova della abitualità e della tendenza a delinquere dello stesso e non già del protrarsi immutato del disegno criminoso, in specie quando il soggetto agente sia un tossicodipendente che spaccia piccole quantità di droga per procurarsi direttamente la dose necessaria per il proprio fabbisogno e che, dopo il periodo di detenzione, commetta analoghe violazioni, che possono essere frutto di autonoma decisione, originata dal periodo di astinenza.

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