Cassazione civile Sez. Lavoro sentenza n. 3183 del 2 aprile 1999

(1 massima)

(massima n. 1)

La decisivitā richiesta dall'art. 360 n. 5 c.p.c. per integrare il vizio di motivazione č costituita dalla potenziale idoneitā di un elemento, risultante dal processo e non sottoposto ad adeguata critica da parte del giudicante, a determinare una decisione diversa, atteso che la decisione deve essere il risultato necessario di un percorso volto ad escludere ogni alternativa e che la motivazione č la descrizione di questa necessitā, sia in positivo, attraverso l'esplicitazione degli elementi interni al ragionamento del giudicante, sia in negativo, attraverso la critica di elementi (di natura materiale, logica o processuale) che, rimasti estranei al ragionamento del giudice, sarebbero stati idonei a determinare una decisione diversa da quella adottata; tuttavia, affinché sia rilevabile in sede di legittimitā di cui all'art. 360 n. 5 c.p.c., non č sufficiente che sussista un elemento trascurato dal giudice di merito e potenzialmente idoneo a condurre a diversa decisione, ma č necessario che tale elemento sia integralmente ed adeguatamente descritto, nel suo contenuto e nella sua decisivitā, dallo stesso ricorso, dovendo quest'ultimo essere, a tal fine, autosufficiente.

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