Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8148 del 22 luglio 1992

(3 massime)

(massima n. 1)

In tema di ipotesi attenuata prevista dall'art. 56, terzo comma, c.p., si ha recesso volontario dall'azione delittuosa quando la prevalenza dei motivi di desistenza su quelli di persistenza nella condotta criminosa si sia verificata al di fuori di cause estranee alla volontà dell'agente che abbiano reso irrealizzabile la prosecuzione dell'attività diretta alla attuazione del fine antigiuridico, e cioè quando l'interruzione sia stata volontaria (anche se non spontanea) e non imposta da fattori esterni.

(massima n. 2)

La pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici prevista dall'art. 317 bis c.p. per il delitto di peculato e per quello di concussione, trova applicazione anche per il delitto di tentata concussione. Infatti, pur costituendo il reato tentato una figura criminosa autonoma, non può ritenersi che in ogni caso, quando la legge si limita a fare riferimento alla ipotesi tipica, debba ritenersi esclusa quella tentata, dovendosi invece avere riguardo alla materia cui la legge si riferisce ed alla sua ratio onde stabilire se sia compresa o meno l'ipotesi del tentativo. Nel caso della pena accessoria specificamente prevista dall'art. 317 bis c.p., costituente una eccezione rispetto alla regola generale dovuta al particolare rigore con cui il legislatore ha considerato e sanzionato i delitti commessi dai pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, non sarebbe logico escludere dalla suddetta sanzione accessoria le ipotesi caratterizzate dal solo tentativo che, ancorché meritevoli di una pena principale meno grave, per il generale principio posto dall'art. 56 c.p., comunque - per ovvie ragioni di opportunità - postulano l'interdizione dai pubblici uffici del colpevole.

(massima n. 3)

Per la configurazione del tentativo di concussione è sufficiente che siano posti in essere, da parte di un pubblico ufficiale, atti idonei a costringere o ad indurre taluno a dare o promettere denaro od altra utilità, indipendentemente dal verificarsi dello stato di soggezione della vittima per effetto del metus publicae potestatis.

Hai un dubbio o un problema su questo argomento?

Scrivi alla nostra redazione giuridica

e ricevi la tua risposta entro 5 giorni a soli 29,90 €

Nel caso si necessiti di allegare documentazione o altro materiale informativo relativo al quesito posto, basterà seguire le indicazioni che verranno fornite via email una volta effettuato il pagamento.