Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11865 del 18 marzo 2009

(1 massima)

(massima n. 1)

L'esimente della desistenza volontaria nel tentativo non richiede un'autentica resipiscenza, potendo essere giustificata da motivi di qualsiasi natura, anche utilitaristici, ma necessita di una deliberazione assunta in piena libertą, indipendentemente da fattori esterni suscettibili di influire sulla determinazione dell'agente. (Nel caso di specie, gli autori di un progetto omicidiario avevano deciso di non portarlo a termine esclusivamente per la situazione di rischio che si era determinata in quanto la madre della vittima designata aveva saputo che quest'ultima si era allontanata con una persona da cui si sarebbe potuto facilmente risalire ai complici. La Corte ha ritenuto che la conoscenza, da parte degli autori dell'iniziativa criminosa, dell'intervento di un fatto concreto, tale da rendere probabile la loro individuazione, costituisse un forte condizionamento esterno idoneo a incidere sulla scelta se proseguire o meno l'azione in corso).

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