Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 4098 del 20 marzo 1989

(1 massima)

(massima n. 1)

La norma dell'art. 56 c.p. non fa esclusivo riferimento alla figura tipica del reato, ma anche a quella del reato circostanziato, per cui l'estensione al tentativo delle circostanze previste per il corrispondente reato consumato comporta un problema di semplice compatibilità logico-giuridica che non tocca il principio della legalità. Infatti, ai fini della configurazione del tentativo di delitto aggravato, oltre al criterio dell'idoneità e dell'univocità degli atti e dei mezzi che possono indicare un proposito criminoso riferibile a un delitto aggravato, acquistano rilevanza e sono compatibili — e, dunque, estensibili al tentativo — tutte le circostanze, aggravanti o attenuanti, che attengono ai fini dell'azione criminosa.

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