Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12330 del 13 settembre 1990

(1 massima)

(massima n. 1)

Nel caso in cui la persona uccisa sia diversa da quella che si intendeva soltanto percuotere, o ferire, l'addebito di omicidio preterintenzionale trova ragione nel fatto che, ai sensi dell'art. 82 c.p., l'agente risponde a titolo di dolo come se avesse commesso l'atto di percosse-lesioni in danno della persona diversa e quindi, ai sensi dell'art. 584 c.p., della morte derivata da tale atto di violenza.

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